Il Madunù a Dossena: celebrazioni da lunedì 18 marzo, fuochi il 21 marzo

Dopo la Sacra Spina in Val Brembana arriva un'altra festa religiosa importante e sentita, che si svolge tradizionalmente 9 giorni prima di Pasqua: la Festa del Madunù di Dossena.
18 Marzo 2024

Dopo la Sacra Spina in Val Brembana arriva un’altra festa religiosa importante e sentita, che si svolge tradizionalmente 9 giorni prima di Pasqua (che quest’anno cade il 31 marzo): la Festa del Madunù di Dossena, in programma venerdì 22 marzo.

La tradizione si apre lunedì 18 marzo con il via delle celebrazioni: Santa Messa con predica alle ore 15 e alle ore 20, confessioni alle ore 16. Martedì 19 marzo Solennità di San Giuseppe con Santa Messa alle ore 15, confessioni alle ore 16 e alle ore 20.30 l’elevazione musicale della Cappella polifonica di Locate. Mercoledì 20 marzo Sante Messe alle ore 15 e alle 20, alle ore 16 le confessioni. Giovedì 21 marzo la Vigilia con la Santa Messa alle ore 15, alle 16 confessioni e alle 20.30 Adorazione Eucaristica meditando la Via Matris. Alle ore 21.00 lo spettacolo pirotecnico.

Venerdì 22 marzo Solennità dell’Addolorata con Santa Messa dell’Arciprete alle ore 7.30 e Santa Messa del Predicatore alle ore 9.00. Alle 10.30 Solenne Concelebrazione presieduta dal delegato vescovile don Michelangelo Finazzi, alle 15.00 Canto del Vespro e Processione con la Statua dell’Addolorata. Segue la benedizione comunitaria e personale con la Reliqua della Madonna.

La Storia del Madunu’ (da Provinciabergamasca.com)

Il Madunù è una festa importante per la comunità di Dossena tant’è che, in questa occasione, molte persone emigrate all’estero o che abitano in altri paesi ritornano con entusiasmo al proprio paese, perché vivamente, ancora oggi, riconoscono il valore delle tradizioni religiose attraverso la devozione e il ringraziamento alla Madonna Addolorata.

L’origine di questa festa non è conosciuta, c’è chi attribuisce la sua nascita intorno al 1600 quando la gente di queste montagne invocava la Vergine Maria di preservarli dalle carestie e dalle pestilenze che infestavano i paesi e le valli in quell’epoca. Ma da sempre in paese, questa statua, rappresenta il simbolo divino che interviene per allontanare pericoli, alleviare le malattie, evitare le disgrazie, che esaudisce le preghiere di coloro che soffrono e che chiedono aiuto e quindi venerata ardentemente da tutti.

Quando in paese inspiegabilmente avviene un miracolo, una guarigione o una grazia ricevuta la persona coinvolta che ha chiamato in causa con le sue preghiere la Madonna Addolorata, in ringraziamento gli offre l’oggetto d’oro che più gli è caro. La statua, conservata in una nicchia della chiesa parrocchiale, a questo punto, viene scoperta dal velo che la ricopre. L’oggetto d’oro che le è offerto come: una collana, un bracciale, o un anello ecc.. viene deposto e appeso sulla statua insieme  agli altri, e lasciato per sempre in ornamento.  In quest’occasione le persone devote possono recarsi in chiesa, per un giorno pregare di fronte alla madonna, e ringraziarla per il suo aiuto.

Durante la processione quindi, che si svolge il venerdì prima delle palme, la statua del madunù viene trasportata insieme allo splendore degli ori che la rivestono. Un altro fatto che testimonia la fede profonda che la comunità Dossenese ha per questa festa è la preparazione dei fuochi. Un tempo i fuochi non erano altro che falò, fatti dai rovi e dalla sterpaglia secca raccolta durante l’inverno, che aveva invaso i prati e i boschi.  Ogni contrada del paese coinvolgendo tutti i giovani, le donne e i vecchi già alcuni mesi prima della festa, faceva la gara a chi raccoglieva più ramaglia e preparava il falò più grande. Ogni contrada preparava il suo che era acceso la sera prima della festa del Madunù. Come in un palio, vinceva quella contrada che produceva le fiamme più alte e riusciva a mantenere il falò acceso più a lungo durante la notte. Lo spettacolo offerto era veramente suggestivo.

La ricompensa era l’onore e l’orgoglio di avere vinto che si conservava per un anno. Al posto dei falò oggi si proiettano fuochi d’artificio pirotecnici che danno bellissimi effetti spettacolari ma non coinvolgono emotivamente le persone. Chi scrive si augura che il senso del recupero della cultura e delle tradizioni religiose possa coinvolgere il cittadino Dossenese in futuro e, considerato l’abbondanza di legname secco e ramaglia abbandonata nei boschi sia possibile ripetere, come nel passato, l’usanza dei falò, che fino a pochi anni fa ardevano nella notte in onore al Madunù. Circa una decina d’anni fa l’oro della statua fu rubato e non più ritrovato ma la generosità e la fede degli abitanti di Dossena hanno permesso di ricominciare come prima ad offrire le proprie cose più preziose in cambio degli aiuti che il madunù, ancora oggi, sanno dare.

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