L'ex albergo Alben avrà una nuova vita: diventerà infatti un centro per disabili cerebrolesi e mielolesi (ovvero con lesioni al cervello, spinali o midollari), per il loro recupero sia fisico che psicologico, immersi nel verde della montagna. A dare vita al nuovo progetto è “Alp Life”, una start up di Oltre il Colle nata lo scorso giugno che ha presentato il proprio progetto ai Comuni di Serina e Oltre il Colle e ad Ats Bergamo.
L'ex albergo, in stato di abbandono, si trova alla Conca di Oltre il Colle e la sua costruzione risale al 1967. Costruito su 5 piani per 1.500 mq, attualmente i primi tre appartengono al Comune di Serina e Oltre il Colle – 50% ciascuno – dal 1999. Quest'ultimo possiede anche sei appartamenti nei piani superiori. L'idea alla base del progetto è quella di trasformare completamente l'immobile, eliminandone anche l'amianto in stato di isolamento, in una struttura residenziale con l'obiettivo di recuperare una fascia di persone in difficoltà, ovvero cerebrolesi e mielolesi, utilizzando anche i quindici alloggi privati nei piani superiori.
Lo scorso mese, i due Comuni hanno approvato in Consiglio l'indirizzo di vendita e presto verrà pubblicato anche l'avviso di Manifestazioni di interesse, a cui si proporrà “Alp Life”, di cui sono socie inoltre anche alcune cooperative sociali locali, come Progettazione di Pedrengo-Valpiana, Contatto di Serina e Bonne Semence di Oltre il Colle, Aperelle – agenzia interinale – ed altri privati. Il costo per la sistemazione ed il ripristino dell'immobile è stimato a oltre 6 milioni di euro.
“Nella società possono entrare privati con agevolazioni fiscali del 40% – ha spiegato il presidente Anna Tiraboschi a L'Eco di Bergamo – L'obiettivo è arrivare a oltre sei milioni di euro che serviranno per l'apertura del centro. Sono previsti 45 posti letto per due tipologie di pazienti: cerebrolesi per le cure dei quali abbiamo già l'importante esperienza della cooperativa Progettazione, e dei mielolesi. Per questi ultimi sperimenteremo un'innovativa attrezzatura, realizzata insieme alla Meccanica Gervasoni di Lenna, che abbiamo già brevettato”
“Il macchinario consentirà la “verticalizzazione” dei pazienti – conclude il presidente – sia all'interno, in palestra, sia all'esterno, nel bosco o nel prato. La nostra idea, infatti, è quella di recuperare i pazienti da un punto di vista fisico ma dando loro anche un importante supporto psicologico. Per questo abbiamo pensato all'utilizzo, per esempio, di tale macchinario anche all'esterno, in mezzo alle montagne. Da tutto ciò i pazienti potranno tratte enorme beneficio”.
(Fonte immagine in evidenza: L'Eco di Bergamo)