Addentrandosi nel territorio valdimagnino, attraverso i sentieri, i suoi viali e le sue caratteristiche frazioni, si vive spesso l’impressione di incamminarsi lungo navate naturalistiche ed etnografiche, testimonianti un credo e un pensiero autenticamente intergenerazionali. Ambienti “affrescati” da una presenza secolare, discreta e potentissima, silenziosa, ma impossibile da ignorare, cioè quella delle numerose santelle disseminate nella Valle.
Le tribuline testimoniano, e rivendicano, una propria dignità artistica, nonché tratti specifici, da distinguersi, per esempio, da quelli dei Crocifissi lignei eretti “in Trentino e nel sud Tirolo, agli incroci delle strade o all’inizio dei paesi” (M. Frosio, Preti di Valle Imagna. Esperienze pastorali raccolte da un sacerdote della comunità, in Gente e terra d’Imagna, Collana di cultura valligiana, ed. Centro Studi Valle Imagna, 2004), manifestazioni visive e tangibili di una forte fede cristocentrica.
La devozione della Valle Imagna mostra, invece, una particolare vicinanza e familiarità con le figure dei santi e con quella della Vergine, cullando, e custodendo, storie di uomini e donne, divenuti grandi nella fatica del servizio, nell’eroismo della passione e del martirio, nel mistero altissimo della carità. Si tratta, in tutta evidenza, di un felice e riuscitissimo connubio tra epoche e genti, tra leggende e storie, tra percorsi di vita comunitaria e cammini individuali: la cappella votiva quale proiezione di se stessi, di desideri e speranze, di timori e paure. Fotografie di famiglia, immagini intime e confidenziali, rivelatrici della natura più profonda e identificativa dell’essere figlio e figlia di una terra tanto meravigliosa quanto dura, incrocio concreto e simbolico tra la fredda pietra delle sue montagne e i perimetri infiniti della volta celeste.
La santella diviene così un seme, un germoglio, una presenza quasi epifanica di un senso che viene ad abitare il mondo, un dono e una parola, da gustare con gli occhi e da inverare con la preghiera, un monito, e una compagnia, che consola ed esorta il viandante come il semplice curioso. Le immagini mariane più diffuse sono quelle “[del]la Madonna del Rosario o del Carmine, ma anche della Cornabusa” (Op. cit.), mentre “i Santi comunemente rappresentati sono quelli più venerati dalla tradizione popolare, come San Rocco e Sant’Antonio da Padova” (Op. cit.). I Santi e la Madonna appaiono da sempre, agli occhi del credente, come presenze prossime con cui dialogare, confrontarsi e persino negoziare, soprattutto nell’amarezza della malattia, della povertà e dell’abbandono.
Oggi come ieri, l’immagine sprigiona un profilo fascinoso e taumaturgico, in grado di lenire e sanare i turbamenti dell’animo, rinvigorendo le membra e l’intelletto, ridestando il soggetto da letarghi e consuetudini, sottraendolo all’ignavia e all’ozio, offrendogli un orizzonte di salvezza, un sentiero e un senso da esplorare.
Un nutrimento necessario per vivere la propria umanità che, pur assumendo inevitabilmente forme e contorni differenti, con il mutare delle sensibilità e delle passioni, nonché degli interessi, continua a provocare la ragione e il sentimento, testimoniando un ancestrale bisogno di immagini, di colori e di volti a cui votare l’esistenza di tutti: “Adesso, più che tribuline ed effigi sacre, campeggiano posters con facce più o meno note, che ad ogni cambio di vento, a seconda del simpatico cantautore o personaggio del momento, cambiano volto. Magari in casa non c’è più un’immagine sacra, perché i giovani pavesano le pareti con manifesti di visi noti dello spettacolo, sperando che nessuno si metta in ginocchio a supplicarne la protezione. Ciascuno ha la propria tribulina attestante le rispettive simpatie, che noi di una certa età non capiamo” (Op. cit.).
Ultime Notizie
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Dalla fonte al monte
Sono stelline son carine son le tribuline, dell’ alta Valle Imagna. Una sosta la scorta.. una preghiera con l’ amico fedele fai tutta la raggiera.
Caro trisnonno caro
Caro bisnonno caro
a spacca sass e squadra e fil a piomb…e tecj…ed un tocco di pennello Maria con i Santi fan felici tutti quanti. -
Tribulina in bergamasc ?
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Caro .trisnonno ,caro
Caro bisnonno caro
di campanili eehh di Santelle de sass.. col teci…te ne intendevi. E spaca sass..e squadra e spaca sass. Caro bisnonno.tu mi piaci tanto. -
Andai a vederla un dì.. un fiore ti portai .. in un letto di foglioline a braccia aperte caddi per sognare.
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C’è una Santella che mi piace tanto che è là 🪄regina della valada.🪘🪄 l’è sota la Serada.🌈🧚🧞
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Innanzitutto grazie e poi vivi complimenti per la profonda disamina. Giosuè
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Grazie!
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Per chi è interessato qui c’è una raccolta di immagini delle santelle della Valle Imagna: https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Wayside_shrines_in_Valle_Imagna
C’è anche una visualizzazione geolocalizzata: https://overpass-turbo.eu/s/1MxB
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Grazie! Molto interessante
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Credo siano piu’ diffuse le immagini di S.Antonio Abate piuttosto che S.Antonio da Padova almeno nella zona di Fuipiano.
S.Antonio Abate e’ detto anche S.Antonio del purscel perché raffigurato con un maiale ai suoi piedi.
La tribuna dell’ immagine e’ quella al Passo del Palio e vi e’ al suo interno l’ immagine di S.Antonio Abate.