Da Sant'Omobono fino in Guinea-Bissau: è il lavoro volontario di Renato Todeschini di Mazzoleni e Marco Baretti di Selino Basso che da dieci anni a questa parte portano nel paese di Farim, insieme ai Padri Marcellino e Natalino, Missionari Oblati di Maria Immacolata a cui fa capo la missione. Ad accompagnarli, quest'anno, ci saranno anche Michele Filippi e Andrea Milesi, due elettricisti sempre di S.Omobono, per prestare manodopera al fine di realizzare un impianto fotovoltaico a supporto delle strutture già presenti.
“Noi siamo arrivati a Sant'Omobono, anni fa, per parlare della nostra missione – spiega Padre Marcellino – Andiamo una volta l'anno in Guinea-Bissau ad aiutare i nostri fratelli. C'è stato molto interesse e le persone ci hanno aiutato economicamente prima e volontariamente poi, una di queste è Renato che da ormai 10 anni viene per 3-4 settimane con noi. Poi c'è stato l'incontro con Marco, due anni dopo: entrambi ci aiutano volontariamente e hanno in un certo senso trascinato tutta la Valle Imagna, grazie anche alla cena che organizzano annualmente a cui partecipa molta gente”.
Nell'ultimo decennio, nel villaggio di Farim, i volontari hanno contribuito per costruire insieme agli abitanti un futuro nuovo e di speranza contrastando le difficoltà, dalla denutrizione infantile all'analfabetismo degli adulti. Il primo edificio ad essere costruito è stato “Casa Emanuele”, un centro nutrizionale per supportare le donne ed i loro bambini, in particolar modo i gemelli. Al centro è seguita poi un'infermeria chiamata “Borboleta” (farfalla, in portoghese). Qui, una suora infermiera ed un dottore prestano aiuto e primo soccorso agli abitanti del villaggio e di tutti quelli vicini.
Per contrastare ulteriormente la malnutrizione infantile, è stata in seguito inaugurato un edificio chiamato “Papagayo” (pappagallo) adibito in parte a officina per la produzione di pappe al miglio per i bambini dai 6 ai 23 mesi ed in parte a farmacia, con accesso diretto anche dalla strada. Negli anni sono state costruite anche diverse scuole, una nel paese – la “Scuola del Sole”, che ospita ad oggi 850 bambini – ed altre nei villaggi vicini. Il prossimo progetto riguarda la costruzione di un nuovo edificio, che verrà chiamato “Gazela”: una sorta di atelier con dell'acqua in cui le donne possono trovarsi per realizzare le tipiche tovaglie in stile batik ed una scuola di alfabetizzazione per adulti.
Lo scorso mese, si è tenuta a Sant'Omobono la cena che, da qualche anno a questa parte, grazie agli amici dei volontari riesce a riempire la sede CAI del Percorso Vita di Sant'Omobono Terme. Qui è stata organizzata una cena, tombolate, lotterie e aste per raccogliere fondi da devolvere a favore della missione. Durante la serata, i Padri hanno proiettato alcune diapositive, mostrando cosa hanno realizzato e cosa andranno a realizzare i prossimi anni.
“Abbiamo mandato 20 giorni fa un container con struttura doppia, offerta dalla ditta milanese Gozzi – spiega Padre Marcellino – per realizzare l'atelier e la scuola per adulti. Io partirò il 28 dicembre per preparare il necessario, mentre loro arriveranno il prossimo 7 gennaio e torneremo a casa tutti il 30 gennaio. L'obiettivo del viaggio sarà di installare il fotovoltaico a tutta la missione, perché lì la corrente elettrica c'è ma è spesso debole oppure assente”.