Da Bergamo alla Sardegna, inseguendo il sogno tra i pali. Davide Riceputi è il giovanissimo portiere di Zogno: “Io ho 14 anni e sono di Ambria”. Tanta parte della sua vita, Davide l’ha passata sul rettangolo verde. “Gioco a calcio da dieci anni, ho cominciato quando ne avevo 4, con la Zognese: il mio primo allenatore è stato mio papà. Nel 2019-2020 sono andato al Villa Valle, dove sono stato tre anni, poi mi ha chiamato l’Albinoleffe, con cui ho fatto qualche allenamento e un anno”.
La chiamata arriva e porta Davide direttamente in Sardegna. “Da lì, mi ha chiamato il Cagliari: sono andato a vedere e a conoscere l’ambiente, mi è piaciuto e ho detto di sì”. Eccoci, dunque, al presente: un ragazzo giovanissimo che insegue il suo sogno lontano da casa.
“La mia esperienza a Cagliari è sicuramente positiva, calcistica ma soprattutto umana. Dal punto di vista sportivo, mi ha fatto crescere tanto, anche fisicamente: qui tengono molto a questo aspetto. Stare lontano da casa ti fa crescere molto – racconta – anche perché vivo con persone della mia età: starò qui in Sardegna pure la prossima stagione, dunque per due anni. Io faccio il portiere, fin da piccolo, mi è sempre piaciuto il ruolo”. Idoli? “Non c’è un punto di riferimento in particolare, mi ispiro in particolare a Buffon, ovviamente quando giocava, adesso come adesso Ter Stegen mi piace molto, ma si cerca di prendere ispirazione dal meglio di ognuno di loro. A Cagliari ho giocato nell’under 15, l’anno prossimo sarò in under 16”.
Una progressione naturale, e che naturalmente porta ancora più sfide per il giovane portiere. “C’è la difficoltà e si sente, perché il livello si alza tanto, devi saperti ambientare. Bisogna tenere a mente che gli allenamenti sono più tosti, più si va avanti e più lo sono, ti alleni tutti i giorni anche con la scuola, ma più sali di livello più diventa difficile”.
Senza dimenticare i doveri di ogni ragazzo: “La mattina andiamo a scuola, io faccio dalle 9 alle 11 e 45, poi torno in convitto dove vivo con gli altri. Pranziamo e alle due abbiamo il pullman che ci porta all’allenamento, che finisce verso le sei e mezze o le sette. Come sportivi, abbiamo una convenzione con la scuola: ad esempio, se abbiamo impegni sportivi non ci contano l’assenza”.
Anche il ruolo di Davide non gli permette di abbassare la guardia. “Il portiere mi ha sempre ispirato, mi piace tutto del ruolo, non ho mai cambiato perché mi trovo bene. Secondo me, è quello in cui devi avere più personalità, senza di quella tra i pali diventa molto più difficile: devi essere in grado di comandare la difesa”. La strada, dunque, è ancora lunga, ma Davide guarda avanti con fiducia. “Io lavorerò sempre sodo per realizzare il mio sogno, ma devo sapere che è necessario tenere i piedi per terra: spero, un giorno, di arrivare ad alti livelli” ed è nel posto giusto per riuscirci. “Sono comunque abbastanza positivo riguardo al futuro, Cagliari è un bell’ambiente, ti fa crescere tanto così come l’Albinoleffe, che mi ha dato molto in un anno soltanto, perciò spero di arrivare in alto”.