“Ascolto le storie di chi viene al Perello”: don Roberto e la spiritualità del pellegrino

Addetto al Santuario del Perello, don Roberto Falconi accoglie i tanti pellegrini che salgono ogni giorno.
26 Luglio 2024

Niente predispone all’ascolto più del silenzio. Nella quiete del Santuario della Madonna del Perello di Algua, in Val Serina, don Roberto Falconi, 46 anni, incontra i pellegrini in arrivo al santuario di cui si prende cura.

È solo l’ultima tappa di un viaggio cominciato con la vocazione, a diciotto anni. “Sono entrato in seminario dopo il diploma: lì ho fatto tutta la trafila, potremmo dire che ho sempre cercato di restituire quanto ho ricevuto nel corso degli anni.” Dalla Val Cavallina fino a Bergamo, un percorso iniziato “dall’adolescenza e dalle grandi domande che ci si fanno è maturata questa possibilità. Avevo preso in considerazione questa strada, sono partito per provare, c’erano anche altre strade, ma alla fine è prevalsa questa”. Il sacerdozio lo ha portato a girare per tutta la Provincia, e non solo.

“L’elenco di parrocchie in cui sono stato è lungo. A Gorlago come curato, poi ho fatto un’esperienza di un anno in una comunità eremitica in Toscana, sono rientrato e in diocesi ho fatto tre anni al Sacro Cuore. Sono stato amministratore a Pagazzano per quasi due anni, altri due a Ponte Nossa come parroco, un anno in Val del Riso, poi sono arrivato in Valle Brembana a Costa Serina, collaborando con l’unità pastorale”. Don Roberto mette radici in terra brembana. “Da cinque anni sono a Trafficanti, negli ultimi due mi è stato richiesto come servizio il santuario del Perello. Sono stato anche amministratore parrocchiale a Bracca-Pagliaro-Frerola”.

“Sono state esperienze molto diverse e variegate, alcune le ho chieste, altre me le hanno affidate. Mi hanno lasciato le relazioni con le persone, volte e storie, amicizie e legami, chi si incontra lungo il cammino”. Molte di queste realtà hanno un denominatore comune: “Io sono abituato ai paesi piccoli. A Trafficanti (Costa Serina), ad esempio, ci sono 75 abitanti e non sono nemmeno il parroco, sono realtà affascinanti. Ho fatto anche esperienze in pianura, però per me stare in montagna vuole dire stare vicino a situazioni più in sofferenza. Un territorio come la Valle Brembana sta sperimentando impoverimento, dal punto di vista del tessuto umano e culturale. Le nostre comunità di montagna sono piccole e disorientate, stare qui significa portare un segno di vicinanza come Chiesa. La dimensione del silenzio e della solitudine mi appartengono e la montagna offre questa possibilità”.

Soprattutto se ci si occupa del Santuario del Perello, luogo di quiete e meditazione.  “La Madonna del Perello è Vergine di silenzio e di solitudine – racconta – Io tecnicamente sono addetto al santuario, la mia giornata tipo è semplice: salgo a metà mattina e fino alla chiusura della sera sono qua. Abbiamo la messa quotidiana durante il periodo estivo, sono al servizio dei pellegrini che arrivano con le richieste più diverse, da due parole sulla storia del luogo piuttosto che una confessione una chiacchierata o quello che c’è. La disponibilità è tutta per le persone che arrivano, con quello che portano, esigenze e richieste”.

Non solo, don Roberto cerca anche di rendere il santuario un luogo vivo. “In questi due anni ho portato avanti iniziative culturali e spirituali, per renderlo un luogo di crescita per chi è interessato, con eventi un po’ per tutti i gusti”. Non mancano i lavori di manutenzione, “se c’è da tagliare l’erba o cambiare le lampadine si fa tutto, insieme ai due custodi che si danno sempre da fare per garantire il meglio a chi arriva”.

santuario del perello - La Voce delle Valli

I visitatori sono tanti e ad ognuno don Roberto è pronto a prestare attenzione e preghiera. Arrivano da molte zone diverse: dalla Valle, Brembana o dalla Val Taleggio, poi Alzano, Nembro… “Soprattutto da Selvino, con i turisti che salgono, soprattutto milanesi –  spiega – c’è un bacino abbastanza ampio di persone che arrivano da diversi luoghi. La ricchezza è questa, il fatto che ci siano persone disparate con tante storie diverse. Io mi pongo in ascolto di queste vite, anche delle loro fatiche, e le accompagno. Ci sono giornate più intense e altre meno, non si sa mai chi possa arrivare”. Una vita mai monotona e don Roberto non sente il bisogno di cambiare. “Per ora, come prospettiva non ho altro, al santuario mi trovo bene. Se ci sarà qualcosa, mi siederò al tavolo con il Vescovo a contrattare (scherza), si parla sempre e si vede cosa si vuole fare”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti:
  1. Sono stato a Perello grazie alla mia amica Carmela.
    Ho vissuto momenti di spiritualità e preghiera in un atmosfera profondamente religiosa ed ho avvertito il segno interiore della presenza di Maria madre di Gesù e mamma dell’ umanità in un luogo dove il raccoglimento ti invita a meditare
    Grazie Gesù Grazie Maria

Ultime Notizie

X
X
linkcross