Un ponte per Santa Brigida, una risposta ai problemi strutturali della strada che porta fino al comune dell’Alta Val Brembana. La vicenda inizia nell’estate del 2019, presso la località Bindo. La strada provinciale si è avvallata al punto che la Provincia ha deciso di chiudere una corsia, destinando l’altra a senso unico alternato.
La causa dell’avvallamento sta nella presenza delle vecchie cave di gesso: chiuse da svariati decenni, hanno comunque lasciato in eredità grandi spazi cavi sottoterra che rappresentano un grave fattore di rischio idrogeologico. Le stesse cavità potrebbero riempirsi d’acqua, rendendo ancora più instabile il terreno soprastante. Proprio le vecchie cave di gesso sono le responsabili di situazioni analoghe nel comune di Santa Brigida, bonificate con un costo che supera i 4 milioni di euro.
Per il tratto in località Bindo, spiega il sindaco Manuel Rossi a L’Eco di Bergamo: “Abbiamo fatto diversi incontri, sia in Provincia sia in Regione e aspettiamo una soluzione. Sulla strada non ci sono stati più peggioramenti, mentre il prato a fianco si è abbassato. Una situazione sicuramente che preoccupa. La strada è l’unica che porta in paese, ma anche a Cusio”.
Il rischio, dunque, è che un ulteriore cedimento della sede stradale isoli completamente Santa Brigida e tutte le località a monte. La soluzione ipotizzata per evitare questo scenario è spiegata da Matteo Centurelli del settore Viabilità della Provincia di Bergamo. “Per mettere in sicurezza la zona serviranno almeno due intervenenti: il primo, stimato in 300 mila euro, riguarderà la strada provinciale, è stato inserito nel piano delle opere di quest’anno e bisogna trovare i fondi. Di fatto si ipotizza di realizzare un ponte nel tratto cedevole, con dei pali che sosterranno la soletta”.
Il ponte assicurerà maggior stabilità alla carreggiata andandosi ad ancorare a punti che non rischiano di cedere. “Un intervento analogo dovrebbe essere previsto anche per gli avvallamenti del prato a fianco. È così, peraltro, che si fece anche per problemi analoghi che si verificarono sulla provinciale ormai 30-40 anni fa”.
(Immagine di repertorio)