Testo scritto da Melissa Braka dell'Istituto Turoldo di Zogno nell'ambito del progetto “La Voce Giovane! delle Valli”.
Alcune classi dell’Istituto superiore David Maria Turoldo hanno avuto la possibilità di incontrare Bruno Maida,l’autore del libro “La Shoah dei bambini”. La scuola ha avuto questa possibilità partecipando al progetto “Lo struzzo a scuola”, con la collaborazione della Commissione Cultura, nel quale ogni anno ad alcune classi viene assegnato un libro da leggere e un lavoro da presentare poi all’incontro con l’autore. Quest’anno il libro scelto – la Shoah dei bambini, appunto – ha come protagonisti i bambini che hanno vissuto sulla propria pelle l’orrore delle persecuzioni e della deportazione durante il periodo nazista.
L’incontro è iniziato con la presentazione di uno dei progetti che i ragazzi delle classi hanno portato: due studentesse, Nicole Marras e Martina Todeschini, hanno deciso di raccontare, attraverso un video-monologo, la storia di Sergio De Simone,un bambino che fu soggetto agli esperimenti del dottor Mengele. Maida ha dunque racchiuso in un libro testimonianze di alcuni bambini tutt’ora ancora in vita tra cui la Sentrice Liliana Segre, e di altri bambini che purtroppo hanno visto la fine nei campi di concentramento,ma conosciamo la loro storia grazie a testimonianze di amici o superstiti.
Oltre a essere uno scrittore; Maida è anche un ricercatore di storia contemporanea e docente per quanto riguarda il Dipartimento di Storia e la Facoltà di Formazione dell’Università di Torino. “Vedete ragazzi – ha spiegato lo scrittore –,a me piace studiare storia e lo faccio come lavoro,a molti può non piacere perché ritenuta troppo noiosa. Io non studio storia per il passato,ovviamente è importante studiarla per sapere cosa c’è stato prima di noi ma non è tutto. Io la studio per il presente, per fare in modo che quello che è successo non ricapiti più perché sapere una data non è la cosa più importante del mondo ma è importante sapere i valori che quel periodo ci ha trasmesso.”
Bruno Maida, per scrivere il libro, ha cercato di mettersi nei panni dei bambini e di come lui si sarebbe sentito se gli fosse accaduto ciò: ”Ho voluto dare la parola ai bambini che sono parte della storia che si studia a scuola. Magari sembra impossibile per noi che alle donne e ai bambini fosse fatto qualcosa ma purtroppo è stato così. I genitori li mandavano in campagna con il tentativo di salvarli anche se loro non lo vedevano come un gesto eroico ma come una sorta di abbandono,un po’ come quando noi ci arrabbiamo con i nostri genitori ma alla fine sappiamo che è solo su di loro che possiamo sempre contare”.
Successivamente è salito sul palco Bruno Locatelli,un ragazzo delle terza linguistico che ha portato un monologo su Franco Cesana,il più giovane partigiano italiano di origine ebraica. Infine è stato presentata una lettera di Alice Belotti. L’incontro con Bruno si è concluso con gli autografi e le foto di rito.