Il contenimento della “blue tongue” continua a creare disagi agli allevatori delle nostre valli. Dopo la notizia delle fiere bovine annullate in seguito alle direttive di Regione Lombardia e all’intervento di ATS, ora gli allevatori devono fare i “conti” con il blocco alla movimentazione di bovini, ovini e caprini.

Gli allevatori non possono spostare il loro bestiame entro un raggio di 20 chilometri da dove è stato segnalato il focolaio, ovvero un’azienda agricola nel lecchese, e l’area di blocco comprende anche Valle Brembana e Valle Imagna. La misura di contenimento cesserà solo dopo 60 giorni dai primi casi accertati (segnalati il 26 agosto).

Quindi, se la situazione non dovesse cambiare, gli allevatori dovranno restare in alpeggio per altri due mesi. Inoltre se gli alpeggiatori non dovessero rispettare i 60 giorni di presenza in alpeggio perderebbero i contributi regionali. La situazione interessa circa i 50 alpeggi tra Valle Brembana e Valle Imagna.

Vista l’incertezza, da Coldiretti consigliano di “fare i giorni di alpeggio previsti dai bandi e poi valutare. Sempre che ci sia erba sufficiente. Se, invece, il pascolo è ormai esaurito, consigliamo di chiedere l’autorizzazione all’Ats a tornare”.

Sarà ATS, poi, a valutare caso per caso. È importante ricordare che la malattia colpisce solo i ruminanti e non è quindi pericolosa per l’uomo, inoltre restano sicuri il consumo di carne, latte e tutti gli altri prodotti derivati come il formaggio.

LEGGI ANCHE

Stop alle mostre bovine nelle valli Brembana e Seriana, da Serina a Clusone

Allarme “Lingua Blu” tra i bovini: a rischio le mostre in Valle Brembana e Val Seriana

Alpeggi di montagna, dalla Regione 4 milioni di euro per valorizzarli