In cinquecento sulle orme di Papa Giovanni XXIII lo scorso weekend – nella notte fra sabato 31 agosto e lunedì 1 settembre – per l’ottava edizione del Pellegrinaggio Notturno da Sotto il Monte alla Cornabusa. Il percorso, di circa 30 Km, è la strada che Angelo Giuseppe Roncalli percorreva d’estate per raggiungere il santuario della Cornabusa, a piedi. Un appuntamento al quale fu fedele fino all’agosto del 1958, prima di entrare in Conclave.
L’arrivo all’alba, con mezz’ora di anticipo rispetto a quanto preventivato dalla tabella di marcia, con spicchio di luna “sorridente” illuminato dalle prime luci del sole. Tanti i giovani, ma anche i meno giovani, chi partecipa da tante edizioni e chi ha deciso di intraprendere questa avventura per la prima volta, come Daniela Capelli, 25 anni di Sant’Omobono Terme: “Non me lo aspettavo così bello – spiega – Molto faticoso, sono tanti chilometri da percorrere di notte, ma si vive una spiritualità che non mi è mai capitato di vivere così. Si crea un bel gruppo, unito, che condivide lo stesso obiettivo, lo stesso percorso. Lo consiglio a chiunque, soprattutto chi se la sente di affrontare tanti chilometri”.
Sofia Rota, 18 anni di Roncola: “È la mia terza volta consecutiva. Quest’anno, al contrario degli altri anni, ho fatto la camminata da “sola”, che poi alla fine non lo ero vista la quantità di gente presente. A Sotto il Monte ho incontrato Vera, una ragazza gentile, simpatica e molto disponibile. Mi ha chiesto se facevo da volontaria per il santuario della Cornabusa, mi ha dato la pettorina e con altri ragazzi siamo stati dietro la croce per mantenere il gruppo dietro. Grazie a questa opportunità ho potuto conoscere altri tre ragazzi simpatici, gentili e molto disponibili come Vera. Alla fine sono partita da sola, ma ho conosciuto tanta bella gente. L’emozione è stata quando siamo arrivati alla meta, ovvero il Santuario della Cornabusa, dopo 30 km, e vedere che tutti insieme, come un vero gruppo, ce l’abbiamo fatta. Una volta arrivata, con altri signori, ho portato la croce all’altare, un’esperienza bellissima e commovente e questo per me ha significato ancora di più la fede. Essendo la terza volta conoscevo già il percorso, che è stato comunque lunghetto, ma non impossibile. Di questa esperienza mi è piaciuto tutto e, oltre al significato legato alla fede, mi è piaciuto soprattutto essere d’aiuto per tante persone”.
“È il secondo anno che partecipo al pellegrinaggio notturno – spiega Paola Forlani, 50 anni di Alzano Lombardo – per la devozione che ho verso Papa Giovanni XXIII e perché camminare partendo con il buio ed arrivare alla meta con la luce dell’alba ti porta a farti tante domande, che ti fanno riscoprire una parte del tuo io interiore”.
“Chi cammina insieme va avanti e non torna indietro. Questa è la frase che estrapolo dall’omelia di don Cristiano Re di questa mattina e che rappresenta la sintesi di questo pellegrinaggio notturno – spiega don Luca della Giovanna, al suo primo pellegrinaggio Sotto il Monte-Resegone come Direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Pellegrinaggi, del Tempo Libero e del Turismo per la Diocesi di Bergamo – Eravamo in tanti e insieme siamo riusciti ad assumere lo stesso passo, tutti certi di arrivare alla meta. E soprattutto sentendo che la vita di ciascuno è intrecciata con quella degli altri. Mi ha colpito l’entusiasmo, molti sono tornati e ci ha sorpreso che molti partecipanti lo hanno fatto per la prima volta, tanti anche giovani. Ringrazio chi ha permesso questa iniziativa”.