Alpino si nasce, non si diventa. Parola di Carlo Manzinali di Sant’Omobono Terme originario di Corna Imagna, penna nera valdimagnina DOC, nonché responsabile di uno dei siti di maggior interesse di tutta la Valle, “I Tre Faggi”, tre alberi che rappresentano e colgono a pieno lo spirito di questo Corpo. “Sono nato 1979 e questo vuol dire che ho svolto il servizio militare prima dell’abolizione della leva obbligatoria. Alpino di leva quindi, ma Alpino anche per convinzione, visto che nella mia famiglia si respira da sempre l’aria di alpinità. Si può dire che, per mentalità, sono nato Alpino”. Come ammette lo stesso Carlo: “Spiegare cosa vuol dire essere Alpini di questi tempi è un po’ difficile. I nostri valori non sempre sono attuali e riconosciuti dal mondo d’oggi. Lo si capisce solo nel momento del bisogno!”.
A proposito del territorio, “il legame con i Tre Faggi esiste da sempre: c’è un’attrazione per un luogo storico, magico, che con il passare degli anni si è radicato nelle menti di chi ama la montagna, di chi ha un occhio di riguardo per la natura, di chi ammira la maestosità delle montagne che lo circonda. Sono iscritto al Gruppo Alpini di Corna Imagna e ricopro la carica di consigliere e responsabile dei Tre Faggi. La loro storia credo sia nota a tutti. Lo scorso anno, sono stati riconosciuti da Regione Lombardia come alberi monumentali.
Da allora, il destino è stato impietoso con i Tre Faggi: a febbraio di quest’anno la neve ne ha lacerato uno, i violenti nubifragi di inizio estate hanno colpito anche il secondo, danneggiandolo irreparabilmente. Ne è rimasto uno, ma ciò non indebolisce l’aura di questo posto: anzi, è una continua meta di pellegrini che rendono onore a un mito che lega natura, uomini e alpini” spiega Carlo, che di professione è muratore per un’impresa valdimagnina.
I Tre Faggi sono perciò l’espressione degli Alpini: sono legati alla zona e ne eseguono lavori di manutenzione, sostenuti dal Comune di Fuipiano: dalla manutenzione dei sentieri all’installazione del pennone portabandiera, fino alla posa di un monumento a ricordo di Giovanni Zuccala, disperso in Russia e ultimo custode della storica località, che diventa così “un baluardo dello spirito e del sacrificio degli Alpini. Attorno ai Tre Faggi ruotano tantissime manifestazioni: gli incontri culturali e i momenti di socialità vengono organizzati con la Pro Loco locale. Ovviamente gli Alpini hanno anche un ruolo di sorveglianza di ciò che accade su quel pezzo di territorio”.
Purtroppo, Carlo sottolinea che “non mancano i soliti atti vandalici di persone noncuranti delle tradizioni e della cultura legata al ricordo, noncuranti del rispetto in qualsiasi forma. La buona volontà, l’impegno per la sensibilizzazione della gente è continuo. I Tre Faggi sono un bene comune e come tale deve essere salvaguardato da qualsiasi tipo di ‘attacco’, sia meteorologico che vandalico – racconta Carlo – : un vero custode, dunque, in primissima linea per un luogo tanto importante e significativo non solo per i valligiani. Infatti, la nostra penna nera si confronta con un gruppo eterogeneo di persone in visita a Fuipiano”.
“Ai Tre Faggi si incontrano viandanti, di ogni tipo: curiosi, interessati, semplici camminatori ed escursionisti esperti. Tra di loro anche gli Alpini, soci di altri Gruppi, di altre Sezioni italiane e straniere, presidenti e non. Tutti sono attratti dal fascino di questo luogo, dall’Amicizia che noi offriamo. Non cose eclatanti, ma momenti di aggregazione di cui noi Alpini siamo capaci. Poche parole e gesti che ruotano attorno ad un cappello con una penna. Ecco – aggiunge – proprio la penna è un richiamo alla fratellanza. Gli Alpini arrivano e ripartono, e si danno l’appuntamento alla prossima volta”.
Impossibile, dunque, scindere l’essere Alpino da tutto il resto. “È difficile dividere le due cose e anche sui social, inevitabilmente, non esiste mai una divisione netta tra le due. La mia famiglia è spesso coinvolta nelle manifestazioni o incontri su ai Tra Faggi, appare un po’ ovunque in foto o video. I social sono la modernità, per rendere pubblichi i nostri incontri e le nostre manifestazioni. Ci si saluta e a volte ci si confronta, nel rispetto delle regole. Anche gli amici Alpini più lontani sono più vicini”.