Maltempo e scuole chiuse, sindaci non tutti allineati: “Vanno ripensati tempi e modalità”

Un tema divisivo, che ha inevitabilmente creato disagi alle famiglie e su cui, per quanto riguarda le modalità, non tutti i sindaci sono totalmente allineati.
10 Ottobre 2024

Martedì 8 ottobre e oggi, giovedì 10 ottobre, allerta meteo rossa nelle nostre valli Brembana e Imagna con chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per la sicurezza degli studenti e al contempo “alleggerire” la viabilità. Un tema divisivo, che ha inevitabilmente creato disagi alle famiglie e su cui, per quanto riguarda le modalità, non tutti i sindaci sono totalmente allineati.

In merito alla gestione delle emergenze meteo per quanto mi riguarda c’è molta confusionesottolinea Andrea Bolognini, sindaco di Palazzago probabilmente dovuta anche al fatto che gli eventi si fanno sempre più frequenti e importanti. Questo, a mio parere, genera a volte eccessiva prudenza da parte degli enti coinvolti che spesso attuano anche uno scarico di responsabilità che alla fine ricade sull’ultimo anello della catena: il sindaco, responsabile in prima persona dell’incolumità dei suoi cittadini, a cui vengono demandate decisioni che probabilmente spetterebbero ad altri. La Regione emana un bollettino di allerta meteo praticamente un giorno sì e uno no (ieri era il 154° del 2024); il Prefetto, nei casi più gravi come quelli di questi giorni, dà indicazioni di massima e poi la Comunità Montana cerca di coordinare tutto il suo territorio, ma non è facile”.

No, non è facile, perché in Valle Imagna, come in Valle Brembana, ci sono Comuni con caratteristiche morfologiche e idrogeologiche molto diverse fra loro, come evidenzia lo stesso Bolognini: “Ci sono sensibilità diverse, ci sono territori diversi, ci sono pericoli diversi: la discrezionalità di lasciare ad ogni sindaco la decisione (che poi c’è e non c’è perché l’ente chiede di “agire uniti”) è assurda. La catena di comando non è chiara, nessuno si vuole prendere la responsabilità di sbagliare, in un caso e nell’altro, e in questi giorni si è visto bene: non chiudere le scuole e magari pagarne le conseguenze se succede qualcosa? Chiudere e mettere in difficoltà molte famiglie avvisandole con così poco preavviso? Vabbè, decida il sindaco. Avvisato all’ultimo ovviamente, l’allerta meteo rossa che viene emanata alle 14.00 e le decisioni che vengono comunicate alle 20/21 della sera, con scuole, genitori, ditte di trasporto e di refezione scolastica da avvisare. Se davvero il clima è cambiato, se davvero dovremo convivere con questi fenomeni con più frequenza, è assolutamente necessario ripensare alla gestione della catena di comando, alle valutazioni dei rischi, a tempi e ai modi di comunicazione e di intervento”.

Valutazione simile quella di Manuel Locatelli, sindaco di Berbenno: “La sicurezza dei cittadini è da mettere al primo posto, sempre. Viviamo in una zona ad alto rischio idrogeologico e quindi, come Comuni della Valle Imagna, abbiamo deciso di mettere in sicurezza i nostri ragazzi. L’emergenza, tuttavia, è a livello provinciale e quindi dovrebbe essere il Prefetto ad emettere un’ordinanza, non noi sindaci. Noi come Berbenno abbiamo istituito il COC (Centro Operativo Comunale), in sinergia con gli altri Comuni della valle e a stretto contatto con il COM (Centro Operativo Misto). Nel nostro territorio io con gli agenti della polizia locale e l’ufficio tecnico stiamo tenendo monitorata la situazione, soprattutto nelle zone più sensibili”.

In risposta a chi pensa che la situazione sia “sovrastimata”, è chiara e perentoria l’opinione del sindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti: “Premesso che anche quella di oggi non è una delle tante allerta meteo che riceviamo, ma una allerta meteo “rosso elevata” di grado massimo, che in passato si è verificata raramente. Capiamo i disagi e le difficoltà derivanti dalla decisione di chiudere le scuole, che anche noi viviamo in prima persona, però riteniamo che le previsioni di questa notte, unitamente alla grande quantità di pioggia caduta nelle ore scorse, che ha saturato il terreno, facciano prevalere una decisione che metta al primo posto la sicurezza”.

Sulla stessa linea Fausto Galizzi, sindaco di San Pellegrino Terme: “Si comprende il disagio alle famiglie, ma le decisioni sono prese per evitare di trovarsi in situazioni peggiori. Per coerenza con le decisione dell’altra sera di chiudere con codice rosso idrogeologico, non si poteva fare altrimenti. Per le scuole non si può attendere la mattina e vedere cosa è successo di notte”.

Sulle difficoltà delle famiglie nel gestire i figli minori a casa in queste situazioni emergenziali, molto interessante il punto di vista di Carlo Plaino, consigliere del Comune di Locatello, che propone dinamiche di buon vicinato come rete di sostegno: “Il protocollo per quanto riguarda l’allerta meteo è sicuramente orientato alla sicurezza stradale, alla sicurezza dei cittadini, dei trasporti e di tutta la rete di viabilità di un centro cittadino ma anche della della viabilità vallare. Come spesso accade fermare un contenitore alimenta la necessità di generarne un altro: fino a quando si fermano le scuole superiori, considerata l’età degli alunni, si può auspicare una certa autonomia nella permanenza a casa. Discorso diverso quando vengono sospese le attività scolastiche “di ogni ordine e grado“ per cui di fatto le famiglie si trovano a dover gestire una “domiciliarità forzata” dei figli decisamente complicata. Al valore della sicurezza cittadina si contrappone il valore della sicurezza personale dei ragazzi che non possono accedere a scuola: dovremmo creare contenitori alternativi facilitando, ad esempio, processi di buon vicinato che funziona come una rete informale di sostegno in caso di allerta. Ad esempio, immagino un condominio dove si possano stabilire, in caso di allerta, presenze di adulti in raccolta e/o in vigilanza dei ragazzi che rimangono a casa. Innegabile e necessaria la presenza dei nonni , vere e proprie risorse in caso di necessità. Infine anche alcune strutture oratoriali, se debitamente animate dai loro responsabili, potrebbero diventare temporaneamente uno spazio di appoggio per queste eventualità. Le reti di sostegno informale quindi in qualche modo diventano necessarie e strategiche se si vuole perseverare nel protocollo di limitazione delle lezioni in caso di allerta meteo e qui sta un po’ lo sforzo del welfare sociale e delle amministrazioni, nella incentivazione e promozione delle reti stesse attraverso una sensibilizzazione progressiva sul tema, incentivando e premiando esempi di buone pratiche messe in atto dai cittadini”.

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