Sono diverse le future mamme delle valli Brembana e Imagna che si affidano al Policlinico di Ponte San Pietro, ma arrivano nuove indiscrezioni circa la possibile chiusura del Punto Nascite, anche se da ATS Bergamo continuano a confermare che una decisione definitiva non è stata ancora presa.
Da gennaio al 17 ottobre 2024 sono circa 250 i nati nella struttura di Ponte San Pietro (le linee guida del ministero della Sanità parlano di 500 parti per mantenere aperto il servizio), una riduzione dei parti importante.
Ad aggiungere dubbi sulla questione – come scrive oggi L’Eco di Bergamo – è una gestante con termine il prossimo gennaio a cui al Cup è stato riferito di spostare le proprie prenotazioni altrove per via della “chiusura imminente” del servizio. “Mi hanno consigliato – spiega la donna – di recarmi in reparto per avere risposte precise e i sanitari mi hanno confermato di sapere da mesi della chiusura”.
“L’Ospedale – fanno sapere dalla Direzione sanitaria del Gruppo San Donato – si sta impegnando per assicurare l’erogazione dei servizi essenziali riferibili al punto nascita”.
Anche ATS Bergamo non parla di chiusura: “Al momento non risultano modifiche organizzative o logistiche del Policlinico che possano abbassare o modificare il livello di sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate. Seguiremo ogni variazione dell’assetto organizzativo della struttura, attivando nel caso le azioni necessarie, condividendole con gli amministratori e gli stakeholder del territorio”.
Preoccupazione da parte di Gianbattista Brioschi, presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito Valle Imagna-Villa d’Almè, territorio in stretto contatto con il Policlinico di Ponte San Pietro: “Chiudere il punto nascite di Ponte, dopo quelli di San Giovanni e Piario è una pazzia. Anche diverse gestanti della Val Brembana e della Val Imagna fanno riferimento a questa struttura”.
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Ma c’è la patologia neotale a Ponte?
Considerando che nella vita si nasce una sola volta, la cancellazione di questo servizio in questa struttura forse non sarebbe così impattante.
gli amministratori che pare si lamentino per una eventuale chiusura, cosa hanno fatto per avvicinare le future mamme del loro territorio al punto nascite di Ponte? hanno incentivato corsi preparto nell’isola o in valle imagna gestiti con il personale di Ponte?