Sabato 14 dicembre 2024 è una data da evidenziare sul calendario e soprattutto da assumere e mettere in atto nei comportamenti: dopo lunga navigazione in Parlamento, entrerà in vigore il nuovo Codice della strada. Come sempre, luci e ombre, ma conta che sia stato varato e che ora venga applicato. L’esame concreto lo farà la strada, dove si misureranno le reazioni di tutti gli utenti, dai più vulnerabili (pedoni e ciclisti) ai conducenti di veicoli a motore.
L’imputata numero 1 negli incidenti è la velocità, seguita da vari eccessi e abusi, dalle molteplici distrazioni con i telefonini all’alcol e alle droghe. Molto monitorata la mobilità con monopattini, al centro di un giro di vite sollecitato da molto tempo e da più parti. Per alcune violazioni – uso del cellulare al volante, guida contromano, sorpasso vietato, semaforo “bruciato” e cinture non allacciate, ecc. – è prevista la sospensione breve della patente.
Quel che è certo è che ci vorrà un surplus di disciplina e di attenzione da parte di tutti, anche perché le misure dissuasive previste sono molte e andranno a colpire i punti della patente, quindi il rischio di revoca, e il portafoglio, con multe anche salate. La posizione dell’ACI di Bergamo con il presidente Valerio Bettoni e il direttore Giuseppe Pianura è ampiamente nota e poggia su due aspetti portanti: la prevenzione che si ottiene con l’educazione (e da anni l’ACI organizza corsi per studenti, specialmente delle superiori); la necessità di aumentare i controlli, con agenti sulle strade e sorveglianza attraverso autovelox e nuova tecnologia.
Sul nuovo strumento varato abbiamo fatto una veloce ricognizione con l’Ing. Luigi Di Matteo, coordinatore centrale dell’Area Tecnica dell’ACI, studioso e autore di pubblicazioni sui temi della mobilità e dell’ambiente.
Ing. Luigi Di Matteo, sta per scattare il nuovo corso sulle strade italiane. Tanto tuonò che piovve, è il caso di dire… Considerando la velocizzazione generale che i tempi della modernità stanno dettando e la conclamata gravità della situazione, che valutazione generale si sente di dare? Una valutazione positiva perché un nuovo Codice della Strada era necessario. Il codice precedente risaliva al 1992 ed entrò in vigore dal primo gennaio 1993.
La prima causa di incidenti su cui sono tutti d’accordo è il piede pesante sull’acceleratore. Le nuove norme possono bastare ai fini della deterrenza o si poteva/doveva fare di più? Ed eventualmente cosa?
Le norme sono importanti, ma purtroppo non bastano. Bisogna acquisire la consapevolezza che la velocità elevata è sempre la causa o la concausa degli incidenti più gravi.
Al secondo posto nella casistica degli incidenti vengono le distrazioni e il primo colpevole identificato è il telefonino per macroscopica indisciplina. Qui come la mettiamo?
Interessante la sospensione cosiddetta breve della patente, se si usa il cellulare alla guida, per 7 oppure 14 giorni, rispettivamente se si hanno più o meno di 10 punti sulla patente.
Altra lamentela ricorrente: si doveva fare di più per potenziare la prevenzione, cavallo di battaglia dell’ACI. Tradotto: educare, sensibilizzare, responsabilizzare. Secondo lei?
È uno dei nostri cavalli di battaglia. Qui c’è una norma interessante: a ogni studente che avrà frequentato corsi extracurriculari di educazione stradale verranno attribuiti 2 punti aggiuntivi al momento del conseguimento della patente.
Qual è il nervo più scoperto nell’inosservanza delle norme della circolazione? Che cosa si potrebbe fare di più che ancora manca?
Le norme ci sono, ce ne sono tante, ma la inosservanza è sempre dovuta alla scarsa educazione alla sicurezza stradale.
Un giudizio-flash sugli autovelox, altro campo al centro di diffuse controversie…
Le disposizioni sugli autovelox cambiano. Sulle strade extraurbane si può utilizzare l’autovelox solo se il massimo della velocità imposta su quel tratto è inferiore di non oltre 20 km/h rispetto a quanto previsto dal Codice per quel tipo di strada.
Gestione della mobilità urbana e della viabilità stradale. Difficile un compromesso tra individuazione dei punti cruciali e realismo oggettivo?
Difficile ma non impossibile. Bisogna ritornare alla pianificazione della mobilità che negli anni è stata sempre più considerata un aspetto secondario.