Tutela acque da inquinamento nitrati: l’attività dei Carabinieri Forestali di Bergamo

Controlli volti al rispetto delle normative inerenti il corretto stoccaggio ed utilizzo degli effluenti da allevamento (o impianti biogas) per finalità agronomiche (fertilizzazione agraria).
1 Marzo 2025

L’ attività dei Nuclei Carabinieri Forestale, aventi giurisdizione nell’ area pedemontana e nella pianura Bergamasca (Grumello del Monte-Trescore Balneario-Curno-Almenno San Salvatore in Capizzone) è, come consuetudine del periodo invernale, particolarmente concentrata sui controlli volti al rispetto delle normative inerenti il corretto stoccaggio ed utilizzo degli effluenti da allevamento (o impianti biogas) per finalità agronomiche (fertilizzazione agraria).

Provvidenziale, ai fini della tutela ambientale (falde acquifere e aria), risulta essere l’intervento dei militari coordinati dal Gruppo Carabinieri Forestale di Bergamo, in quanto, prima ancora della contestazione degli eventuali illeciti, è compito e premura dei Carabinieri Forestali far cessare ogni attività o azione antropica dannosa per l’ecosistema: scarichi abusivi, percolamento liquami in canali; spandimenti/distribuzioni contrari a norma; strutture aziendali di stoccaggio e contenimento non conformi ecc.

Le attività di controllo e sopralluogo, in alcuni casi, sono effettuate in azioni congiunte con militari delle Compagnie Territoriali Carabinieri e supportate da tecnici ARPA con le previste prescrizioni. Gli accertamenti sono sia conseguenti alle segnalazioni della cittadinanza (al 112 o direttamente ai Nuclei Forestali) che al del territorio effettuato anche in orari notturni.

Nell’ultimo anno 121 sono stati i controlli di cui 10 non conformi (8,2%); 13 le sanzioni amministrative elevate per un importo totale di 11.000€; in un solo caso, il più rilevante, l’illecito spandimento di liquami zootecnici ha avuto anche un risvolto penale con denuncia alla Autorità Giudiziaria del responsabile a conclusione attività d’indagine del Nucleo Investigativo NIPAAF Bergamo . L’impatto ambientale dei liquami è rilevante e pertanto, il loro utilizzo a fini agronomici, è strettamente disciplinato anche da normative Regionali. Alcune sostanze contenute nei liquami, come nitrati ed ammoniaca, se disperse nella falda acquifera o in atmosfera, possono costituire, se consistenti e continue, un inquinamento con compromissione ambientale. Ad essere utilizzati per finalità agronomiche sono anche i digestati da impianti biogas, equiparati a tutti gli effetti ai liquami.

Il “Programma d’Azione regionale per la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole nelle zone vulnerabili ai sensi della direttiva nitrati 91/676/CEE 2024 – 2027” è atto a garantire la protezione delle zone vulnerabili dall’ inquinamento che può essere provocato dai nitrati di origine agricola, la tutela dei corpi idrici, un effetto fertilizzante per le colture e ammendante o correttivo per il terreno agricolo , l’ equilibrio tra il fabbisogno prevedibile di azoto proveniente dal suolo e una gestione della fertilizzazione improntata sulla massima efficienza e la tutela della qualità dell’aria. Al suo interno vengono, tra l’altro, definiti i divieti temporali, spaziali, la modalità di spandimento e di stoccaggio degli effluenti di allevamento.

I divieti temporali sono individuati in 90 giorni tra il 1° novembre e fine febbraio di cui 60 giorni sono continuativi dal 1° dicembre al 31 gennaio, i restanti 30 giorni definiti da Regione Lombardia in funzione dell’andamento meteorologico, alla praticabilità dei terreni, alla qualità dell’aria ecc. A tale scopo Regione Lombardia elabora bollettini che contengono, per area geografica omogenea, i giorni di spandimento (vietato o concesso). Tra le fattispecie più comuni di illecito rilevate dai militari dei Nuclei Carabinieri Forestale per le “inosservanze” al programma d’azione regionale si riportano: vasche di contenimento non conformi, non adeguate o con carenze strutturali, percolamenti o sversamenti di reflui zootecnici in corpi idrici, mancato interramento liquami entro le 12 ore previste, spandimenti e distribuzione liquami e/o letame in periodo di divieto o con condizioni ambientali non ammesse (perturbazione in atto, orari notturni), modalità ed attrezzature non ammesse per lo sversamento (sifoni ad altra pressione, carribotte con getto a pressione), assenza, errata compilazione o non conformità del Piano Utilizzazione Agronomica Aziendale (PUA).

Fatta eccezione per i rilievi amministrativi e penali e considerato l’alto numero di aziende zootecniche ed impianti biogas/biometano della Bergamasca, dalla totalità dei controlli siano essi d’iniziativa o a seguito segnalazione, si riscontra comunque, per quanto rilevato e di competenza dei Carabinieri Forestali, un sostanziale rispetto del mondo agricolo/zootecnico alle normative vigenti inerenti la gestione degli effluenti di allevamento.

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