Di nuovo spuntata l’Atalanta, che a Bergamo ottiene un altro zero a zero, questa volta contro il Venezia. Poco incisiva la squadra orobica, in cui l’alternanza tra Bellanova e Cuadrado porta quest’ultimo a giocare dal primo minuto sulla fascia destra. Anche Ederson ritorna titolare in mezzo al campo, mentre è irrinunciabile l’apporto offensivo del trio De Ketelaere-Lookman-Retegui. I lagunari preferiscono Maric a Gytkjaer come unico riferimento in avanti, alle sue spalle Oristanio e poi un folto centrocampo a 5 con Perez, Nicolussi Caviglia e Busio in mezzo. Fuori anche Marcandalli, sul lato destro della difesa gioca Schingtienne.
La Dea inizia la partita in modo un po’ apprensivo, costante che si porterà dietro per tutta la prima frazione. I bergamaschi fanno infatti fatica ad accorciare in avanti nel pressing, perché quando succede il Venezia si trova con un uomo libero a metacampo, Ederson e De Roon devono dunque sempre inseguire. I padroni si affidano allora alle giocate di Lookamn, cercato insistentemente. È lui ad accendersi, prima con un dribbling e tiro fuori di poco, poi con un dribbling e cross che trova bene Retegui, ma l’attaccante manda fuori di testa. I veneti non stanno a guardare: De Roon controlla malissimo una sfera sugli sviluppi di una punizione a favore, Zerbin parte in contropiede con Maric, ma è troppo egoista e a tu per tu con Carnesecchi cerca la conclusione, venendo rimontato dallo stesso De Roon.
Sono però segnali d’allarme per un’Atalanta spesso poco precisa, così come lo è Retegui al minuto 26: il cross di Zappacosta è perfetto, il numero 32 salta di testa al limite dell’area piccola ma manda fuori una grande occasione. È il miglior momento della Dea e di Lookman, il quale ubriaca il proprio marcatore e serve di tacco l’accorrente Zappacosta, destro sul secondo palo e sfera che colpisce il legno, proprio come lo colpisce Cuadrado un minuto dopo, cercando la conclusione ad un angolo defilatissimo e praticamente impossibile sulla destra. Si è detto dei segnali d’allarme e della distrazione degli orobici, due fattori che si combinano al 45’: Zappacosta valuta male il rimbalzo della sfera ai limiti della propria area, Zerbin gliela soffia e prova il pallonetto, Carnesecchi è bravissimo a restare in piedi, neutralizzando l’occasione migliore del Venezia.
Nonostante i cambi in sequenza e la rivoluzione in attacco, l’Atalanta fatica a costruire gioco anche nel secondo tempo. Il più ispirato è ancora Lookman, ma non può essere solo il nigeriano a caricarsi sulle spalle la squadra, come quando va via sulla sinistra e crossa dietro, De Ketelaere arriva in corsa calciando troppo centrale di mancino.
Entrano prima Maldini e Bellanova, poi anche Samardzic e Pasalic, eppure l’occasione più grande è ancora per Lookman, che a otto minuti dalla fine sbuca sul secondo palo e manda alto da mezzo metro dopo una spizzata di testa di Kolasinac su corner.
Anzi, il Venezia ha pure un paio di chance in contropiede, ma Yeboah vanifica la migliore mandando a lato a tu per tu con Carnesecchi (ma c’era fuorigioco in partenza). L’intensità dell’attacco atalantino diminuisce con il passare dei minuti e matura un altro zero a zero casalingo, risultato che non può far piacere agli uomini di Gasperini, ai quali è però mancata convinzione e intensità praticamente per tutta la partita, salvo qualche sprazzo alla fine del primo tempo. Troppo poco per sperare di vincere, urge un cambio di marcia perché il prossimo impegno è in casa della Juventus, avversario contro cui è necessario tornare a dare il massimo.