Scritte no vax sulle sedi di due giornali bergamaschi: “Si infanga la memoria di chi non c’è più”

Nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 marzo colpite dagli attivisti no vax le sedi di due giornali bergamaschi: il Giornale di Treviglio e Araberara (Clusone).
3 Marzo 2025

Nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 marzo colpite dagli attivisti no vax le sedi di due giornali bergamaschi: il Giornale di Treviglio e Araberara (Clusone). Colpiti anche le sedi delle redazioni di Carate e Vimercate in provincia di Monza e Brianza e Chiari in provincia di Brescia. Tutte le redazioni fanno parte del gruppo editoriale Netweek.

Solidarietà e sostegno da parte della politica lombarda. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco, esprimono la loro piena solidarietà ai giornalisti del gruppo Netweek, le cui sedi sono state imbrattate con scritte vandaliche da parte di attivisti no vax.

“Si tratta di un atto grave e inaccettabile – dichiarano Fontana e Franco – che va condannato con fermezza. La libertà di stampa è un pilastro della democrazia e non può essere messa in discussione da gesti intimidatori. Ci auguriamo che i responsabili vengano individuati al più presto e che simili episodi non si ripetano più. Regione Lombardia è e sarà sempre concretamente al fianco di chi svolge il proprio lavoro con professionalità e rigore, garantendo ai cittadini un’informazione libera e indipendente”.

“La libertà di stampa è un valore fondante della nostra società – aggiunge il consigliere regionale Jonathan LobatiQuello accaduto nella notte fra il 2 e il 3 marzo nelle sedi di alcuni giornali del gruppo Netweek è un fatto grave e inaccettabile e non possiamo permettere che si ripeta. Spero che i responsabili vengano individuati e che fatti di questo tipo non si ripetano.

Non mi resta che esprimere il totale sostegno nei confronti dei giornalisti che svolgono con impegno, attenzione e professionalità il loro lavoro. Il Covid ha lasciato una traccia indelebile nella vita di tutti noi Bergamaschi, le nostre vite sono state sconvolte, tante persone hanno sofferto, non solo dal punto di vista fisico. A distanza di cinque anni da quei terribili giorni, credo che questi gesti siano ancora più gravi, perché infangano la memoria di chi ci ha lasciato e non meritino nessuna giustificazione”.

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