Paladina-Sedrina, un lettore: “527 milioni per un’opera vecchia, potremmo fare altre due tramvie”

La lettera aperta di un lettore che riflette sulla mancanza, da parte di (alcuni) Comuni e Provincia di Bergamo, di un confronto con la cittadinanza sul tema della Paladina-Sedrina e sui possibili effetti dell'opera.
6 Marzo 2025

Di seguito riportiamo, per intero, una lettera aperta giunta in redazione da un lettore che riflette sulla mancanza, da parte di (alcuni) Comuni e Provincia di Bergamo, di un confronto con la cittadinanza sul tema della Paladina-Sedrina e sui possibili effetti dell’opera. “Vi scrivo questa lettera aperta per interrogare la cittadinanza sul progetto del Terzo Lotto della Tangenziale Sud di Bergamo, la Paladina-Sedrina, che la dirigenza della Provincia sta portando avanti nel silenzio, tra qualche slogan sulle testate giornalistiche, senza però proporre diffusi incontri e dibattiti sul territorio per confrontarsi con le necessità e il sentire dei cittadini. Si tratta di un progetto colossale che, senza dissenso né consenso, si sta rendendo sempre più concreto, sempre più inevitabile, mentre, ahimè, il malcontento delle cittadine e dei cittadini informati cresce. Mentre, ahimè, ancora troppo pochi illuminati Sindaci sollevano dubbi e criticità.

Credo allora che, laddove la classe politica si allontana dai cittadini e non incentiva sul territorio incontri, dibattiti informativi, scambio di opinioni – armi vitali di ogni democrazia -, la Vostra rispettabile redazione sia luogo prezioso e necessario per dar voce al contraddittorio e alle riflessioni di un libero cittadino. Non entrerò nel merito delle fragilità pratiche del progetto, perché non è mio compito, ma, in quanto cittadino, mi interrogherò sulla visione che la classe politica ha del mondo e farò alcune riflessioni puntuali.

La prima è che stiamo ancora parlando di un progetto ideato nel 1991, circa 34 anni fa, disegnato in un contesto socioculturale diverso da quello di oggi, in cui gli studi sull’ambiente e sulla tutela del paesaggio e della biodiversità si sono fortemente evoluti ed entrano in pensante conflitto con l’idea della galleria naturale nel mezzo di un parco protetto. Non è un caso che Legambiente Bergamo e Italia Nostra Bergamo, appoggiate da numerosissimi cittadini e cittadine, si siano mobilitati perché questa ciclopica opera non si realizzi. Non è un caso che nel 2022 all’articolo 9 della Costituzione è stata aggiunta una frase: La Repubblica “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Non dimentichiamoci di questo documento che ci deve essere tanto caro. Ricordiamoci delle future generazioni.

Inoltre, rifletto sul fatto che entro il 2026 verso Villa D’Almè verrà realizzata la T2, un primo importante progetto – benché ancora non sufficiente – che, con un tram elettrico, prevede di diminuire l’affluenza sulle strade pubbliche di mezzi di trasporto autonomi. Ora, il tram ancora non esiste e richiederà qualche anno prima che la popolazione si abitui alla sua esistenza e ne faccia un uso quotidiano. I nostri politici però, senza nessuna considerazione per la T2, investono denaro ed energia nella costruzione di una strada che, sicuramente non sarà pronta nel giro di pochi anni. Questo cosa ci racconta? Che non hanno nessuna fiducia in forme di trasporto alternative all’automobile e leggono il futuro con gli occhi non del presente, ma del passato, e in particolare cercano di lavorare per il nostro futuro con lo sguardo di uomini del 1991. Insomma, come se negli anni Sessanta qualcuno si fosse battuto per i treni a carbone o le locomotive a vapore. Assurdo, no?

La realizzazione della T2 avrà un costo di circa 225 milioni di euro. Il costo del terzo lotto della tangenziale sud, secondo le recenti dichiarazioni della Provincia, di 527 milioni. Più del doppio della realizzazione della T2. Insomma, potremmo avere altre due linee tramviarie di circa 12km, altri 24km di mobilità “verde” a disposizione da progettare su tutto il territorio. Invece, per il nostro futuro, la classe politica confida ancora in vecchi autobus scarrozzanti. Costruire nuove strade e non investire sul trasporto pubblico significa perdipiù incentivare l’uso delle automobili con un solo passeggero a bordo che, se la classe politica mancherà di visione, sicuramente aumenteranno sulle strade e creeranno nuove e ancora nuove code. Insomma, la Paladina-Sedrina è una strada destinata ad intasarsi. Destinata ad inquinare. Destinata a fallire. E tra trent’anni, senza nuove strutture di trasporto pubblico, ad oggi carente sul territorio e con investimenti ancora troppo irrisori, cosa faremo? Non ci saranno più altri Parchi protetti sotto cui costruire strade o altri monti da forare per nuove e ancora nuove strade asfaltate.

L’ultima questione, che mi preoccupa più di ogni altra, è la scarsissima informazione rispetto ad un’opera così importante, che dovrebbe riguardare da vicino ogni abitante di Bergamo e di cui tutti dovremmo essere a conoscenza già da tempo. La classe politica non organizza diffusi e capillari incontri e dibattiti sul territorio. Non c’è dialogo con la cittadinanza. Come è possibile che quest’opera colossale si stia muovendo quasi nell’ombra?

Io ho 27 anni, tra trenta o quarant’anni gran parte delle persone che si battono per questo progetto non ci sarà più, e sarà compito mio e della mia generazione fare i conti con gli effetti che avrà lasciato sul territorio. Sarà compito mio fare i conti con le scelte sbagliate di una classe politica senza visione. A tutte le persone che oggi hanno cinquanta o sessant’anni e a cui i padri hanno consegnato intatto il Parco dei Colli allora chiedo: perché non fate lo stesso per noi? È già un progetto vecchio ora, non lo sarà a maggior ragione quando finanziamenti e tempi di costruzione avranno fatto il loro corso?

Ai miei coetanei chiedo invece di mobilitarsi per difendere il nostro futuro, per difendere il verde e far valere i nostri diritti. Difendere e proteggere l’ambiente che ci ospita significa difendere e proteggere noi stessi. Vogliamo lottare per far valere il dibattito, l’informazione libera e indipendente? Per far valere gli strumenti con cui vive ogni sana democrazia? Chiedo infine nuovamente alla sindaca di Bergamo Elena Carnevali di esprimersi nel merito di questa vicenda e di appoggiare visioni del futuro meno anacronistiche e più al passo con i tempi. Perché il futuro non si può più costruire con vecchi progetti polverosi. Il futuro richiede uno sforzo d’immaginazione. E noi cittadini siamo stanchi di una classe politica incapace di immaginare”.

Giorgio Vincenzo Pesenti.

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Commenti:
  1. Buongiorno, invito chi esprime commenti a favore di questa infrastruttura, a considerare che verrà costruita in un ambito ad alto pregio naturalistico, uno dei pochi rimasti a disposizione della città e dei comuni limitrofi. Non hanno diritto, gli attuali e i futuri cittadini, a goderne ? Dovremo anche noi salire in macchina(!!!!) e spostarci in valle per poter godere di un poco di verde ?

  2. Tutte belle riflessioni, resta da capire, senza preconcetti ideologici, come risolvere i nodi dell’attraversamebto di Alme’ e Villa d’Alme stante la situazione attuale ormai satua. Non si risolve il problema con qualche rotatoria in più. Disincentivare l’uso dell’auto va bene se almeno si prova a potenziare in qualche modo il trasporto pubblico almeno per le zone dell’interlan cittadino includendo il bacino della la bassa Valle. La traccia qualche beneficio lo darà ma non in modo incisivo fintanto che si fermerà a Villa d’Alme.

  3. Ho letto con attenzione ,ma devo segnalare che i comuni dove passa la provinciale x Valbrembo.Paladina,Almè, villa d’alme” ce l’hanno messa
    tutta x impedire il raddoppio delle carreggiate a raso costruendo abitazioni e negozi anche talmente vicino alla strada che non neanche il marciapiede così da rendere necessario un percorso alternativo e costoso. Ma di cosa si lamenta ,vada dagli amministratori e si documenti.
    Sono un utente che percorre l’attuale strada da Ponte san Pietro a Ponteranica anche 4 volte al giorno e c’è da vergognarsi x la situazione attuale.
    Nel 1800 si impiegava meno tempo in carrozza trainata da muli. Cordiali saluti.

  4. Nel 1966 fu chiusa la più utile linea ferroviaria che da Bergamo portava fino a Piazza Brembana.
    Oggi quella linea risolverebbe gran parte del problema traffico della valle Brembana e dei centri da Villa d’Almè a Bergamo.
    Mi chiedo se non fosse possibile ripristinare la ferrovia, probabilmente con meno costi rispetto ad una realizzazione ex novo.

  5. “…e leggono il futuro con gli occhi non del presente, ma del passato, e in particolare cercano di lavorare per il nostro futuro con lo sguardo di uomini del 1991… “
    Frase emblematicamente bella , vera, che fotografa la realtà che viviamo in tutti gli ambiti della vita sociale.

  6. Sono pienamente d’accordo con la lettera scritta.
    Io sono pendolare da anni…e da pendolare dico che questo progetto è vecchio e inutile.
    Ovvio, il tram non risolverà del tutto il traffico, ma le auto in circolazione saranno molte meno.
    Spendere soldi per rovinare l’ambiente e non risolvere il problema non ha senso.
    Condivido che le notizie in merito a quest’opera si leggono solo sui giornali (qualcosina). Pochissimi comuni o quasi nessuno ha chiesto pareri ai cittadini organizzando riunioni…chiamiamola democrazia…
    Tram tutta la vita
    Prendiamo da esempio tante altri progetti simili…la mobilità sostenibile è il futuro.
    Lo dichiaro apertamente per andare al lavoro non la potrei usare, non per volontà ma bensì perchè non passerebbe per Curno.
    Ma se dovessi decidere di andare allo stadio, all’ospedale, in centro a Bergamo o fare un bel giretto in città alta sarebbe molto utile.
    Poi bisognerebbe ammettere che la nostra provinzia ha un tasso di popolazione molto alto…per cui la cosa non aiuta di certo.
    E il tram sarebbe utile per i turisti che arrivano in valle e molto comodo…
    Basti pensare che un qualsiasi straniero arrivi all’aeroporto di BG e prendendo il tram non debba fare ulteriori cambi di mezzi.

  7. Sono pienamente d’accordo, avevo anche firmato una petizione tempo fa, che evidentemente non è servita, ma bisogna insistere, questo progetto non è fatto nell’ interesse dei cittadini, né del territorio.

  8. Dubbi e perplessità sul progetto ce ne saranno sempre, come ce ne sono stati in molti altri dello stesso tipo, vedi TAV e TAP. Dove si vogliono fare gallerie spuntano sempre attivisti ambientalisti che vogliono che la natura non venga sconvolta dall’uomo. È un ideale che non risolve i problemi della viabilità in valle. Ore e ore di code, tutti i giorni di pendolari che vanno al lavoro, nel week end le code dei turisti che nel ritorno si trovano ad affrontare il collo dell’imbuto che si forma a Villa d’Almè dopo il viadotto di Sedrina. Il tram non sarà la soluzione al traffico perché non tutti potranno fare a me dell’auto per spostarsi. Si è investito tempo e denaro per fare la ss470,( a mio parere doveva essere a due corsie e non una,) per fare la variante di Zogno ed ora non risolviamo il problema a Villa d’Almè? Sarebbero soldi buttati con un problema non risolto. Che ben vengano gli investimenti, che porteranno lavoro e forse miglioreranno la vita di molti. Per la mancata comunicazione potrei anche essere d’accordo anche se, il tempo per discutere c’è stato, ora serve tempo per fare.

    1. Grazie per le osservazioni, spero tanto ci sia occasione di dialogo e confronto. Mi permetto solo di precisare che la sua risposta si discosta dalla mia riflessione, che chiede un cambio di paradigma per il futuro. Obietto, nella lettera, non la necessità di costruire per la viabilità, ma le destinazioni dei fondi: dal traffico privato su gomma dobbiamo passare a veri investimenti e progetti sostanziali per trasporto pubblico diffuso (ci sono modelli, anche europei, virtuosi!). Spero davvero ci sia occasione di incontrarsi per confrontarsi di persona!

  9. Alle piccole,medie e grandi industrie,agli artigiani e commercianti presenti in valle servono strade per continuare ad esistere e lavorare,a meno che si voglia trasformare la valle,in una valle di pendolari

    1. Esatto concordo ma purtroppo appena nasceranno le prossime 3 rotatorie cosa facciamo

    2. Appunto, un trasporto pubblico efficiente svuoterebbe le strade da molte auto con una sola persona bordo.
      E le attività che lei ha citato gioverebbero di una strada piu’ scorrevole

  10. Vedo con molto rammarico che chi scrive è poco informato e mi permetto di dire che tutti i comuni della valle brembana siano concordi con codesta destinazione . Consiglio a chi scrive di informarsi nulla viene fatto all’oscuro .

    1. Gentilissimo, la ringrazio per la precisazione. Come già ben noto, molti (non tutti) sindaci dei Comuni della Valle Brembana hanno dato il loro consenso al progetto, che ha avuto il via libera delle Provincia. La grave fragilità che evidenzio nella lettera è però la mancanza di dialogo e informazione con la cittadinanza. Non sono stati, ad ora, organizzati incontri e, confrontandosi con i cittadini, si nota enorme mancanza di informazione. Un caro saluto e spero di poterla incontrare per confrontarci di persona.

  11. La Dalmine Villa d’ Alme’e’ stata progettata nel 1963 a due corsie per senso di marcia e gia’ allora in previsione dei lavori di allargamento avevano espropriato i terreni pagandoli come agricoli che tale erano purtroppo vi che gli italiani da nord a sud sono identici hanno costruito abusivamente su quei terreni che erano diventati del demanio e visto che per i terreni dello stato non esiste l: usucapione per essere nel giusto andava demolito tutti quello che era stato edificato abusivamente lo stesso dicasi del tracciato del treno bergamo piazza brembana,comunque se vogliamo tornare ai cavalli e ai telefoni a manovella con la signorina al centralino io sono d’accordissimo ma aprite la ciabatta per ideologia e poi far parte degli imbecilli che li portano a scuola e li vanno ha riprendere in automobile intasando le strade ad ogni ora anche per andare al cazzeggio al centro commerciale ecc. Il mondo per adesso e’ ancora abbastanza grande!!!

  12. Ad una obiezione su un progetto sarebbe opportuno anche proporre una valida alternativa. Se è vero che da un lato l’opera di per sé avrebbe un impatto importante sull’ecosistema (quanto è ancora comunque da calcolare, in base al progetto finale) è altrettanto vero che la riduzione del traffico inteso non come veicoli che transitano, ma che rimangono fermi in coda a motore acceso apporterebbe nell’immediato una riduzione significativa dell’inquinamento, non meno trascurabile una riduzione dei tempi di percorrenza, migliorando la vita di tanti lavoratori che ogni giorno passano, sprecano ore della loro vita su quella strada. Un mezzo pubblico, come può essere la T2, non è un’alternativa al traffico su gomma, se non per pochi, quali studenti o impiegati con orari d’ufficio che hanno rispettivamente casa e luogo di lavoro nelle immediate vicinanze dei binari. Per tutti gli altri, ovvero chi abita in paesi limitrofi dai quali risulta scomodo raggiungere le fermate, o chi lavora su turni, spesso in orari incompatibili con il servizio di trasporto pubblico, lo spostamento con il proprio mezzo è necessario. È qui che secondo me occorre spostare l’attenzione: l’opera in essere sarà risolutiva per i problemi attuali di traffico? Perché visti i risultati ottenuti con i lotti già costruiti le prospettive non sono rosee, un po’ come la ormai ben nota situazione a Ponte secco. Occorre quindi valutare si delle alternative, ma che abbiano come focus sempre il traffico su gomma. E anche qui, e su questo sono d’accordo, coinvolgere la cittadinanza è fondamentale. Nella sua interezza però, a cominciare da chi parte dai paesi in alta valle fino a chi fa il pendolare verso Milano, Brescia, o qualunque altro luogo. L’opera, come il traffico, coinvolge la comunità intera, non solo gli abitanti dei paesi nei quali verranno (forse) svolti i lavori.

    1. Concordo pienamente sulla sua risposta. Troppo facile criticare e dare soluzioni troppo superficiali che sono di utilizzo solo per poche persone. Il dato di fatto è che da sedrina a villa d’almè si è sempre in colonna e il tramonto della valle non è di risoluzione del problema.

    2. Gentilissimi, grazie per le vostre riflessioni. Vorrei solo sottolineare che la mia lettera non è una critica ma una supplica di cambio di paradigma. Questa strada, tra finanziamenti e tempi di costruzione, non sarà mai pronta prima di 15, 10 anni nelle stime migliori. Non pensate sia un arco di tempo sufficiente per ripensare la mobilità, privilegiando il trasporto pubblico rispetto a code di automobili con un solo passeggero a bordo? Questa strada, come tante altre, è destinata ad intasarsi. Risolviamo il problema alla radice, eliminiamo più auto possibili. La T2 non è una soluzione sufficiente da sola, ma solo un primo piccolo passo verso una direzione lungimirante, in una città con infrastrutture per il trasporto pubblico scadenti, quasi inesistenti. Spero ci sia modo di incontrarsi e riflettere insieme sul nostro futuro! Un caro saluto

  13. Sono perfettamente d’accordo con chi ha scritto la lettera rilevando lo spreco di territorio e di denaro per costruire una Paladina-Sedrina che nasce già vecchia ( strada a 2 corsie, come il nuovo tratto fino a Ponte che infatti non ha risolto nulla, anzi forse peggiorato la situazione). In ogni caso con un po’ più di razionalità e molta meno spesa con sottopassi o sovrappassi, come si è fatto in altre occasioni, si può sistemare la rotonda di Arlecchino ( povero Arlecchino). Purtroppo la politica della Comunità Montana Valle Brembana è fatta da 20 comuni con 6.000 abitanti, dove spesso si ragiona come 60 anni fa, piccoli feudi medievali.

  14. Molto interessante. Argomenti su cui riflettere e far riflettere. Ne parlerò nuovamente con il mio sindaco. Grazie Paolo

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