Ibrahim, dal Senegal a Berbenno: “Il mondo non ha confini, bisogna solo rispettarsi”

Una storia di integrazione, fatica e gratitudine, costruita giorno dopo giorno tra lavoro, famiglia e comunità.
27 Aprile 2025

Da Terno d’Isola a Berbenno, passando per Val Brembilla. Thiam Mame Ibrahim, 30 anni, viene dal Senegal e oggi vive in Valle Imagna con la moglie Adia. “Prima abitavo con mio papà a Terno d’Isola, è lui che mi ha portato in Italia con il ricongiungimento familiare nel 2009, Ho vissuto per otto anni a Terno d’Isola, poi, da lì, mi sono trasferito a Brembilla per motivi lavorativi, poi da Brambilla mi sono spostato a Berbenno.’’

Nel suo paese d’origine, il Senegal, Ibrahim ha lasciato sua madre e i suoi due fratelli più piccoli, oggi di 19 e 15 anni, oltre a tanti ricordi d’infanzia. “Da bambino andavo a scuola e, durante le vacanze, raggiungevo mio nonno nella foresta per aiutarlo con le pecore e le mucche’’. In Italia ha proseguito gli studi frequentando le scuole medie a Terno d’Isola, per poi seguire un percorso professionale triennale che lo ha preparato al lavoro di oggi. “Sono operatore di impianti termoidraulici. Durante gli anni scolastici, il mio attuale capo mi seguiva e facevo lo stage nella sua azienda. Finiti i tre anni mi ha assunto’’. 

Un legame che è andato ben oltre l’ambito professionale. “Ho attraversato momenti non facili ma ho trovato gente che mi ha aiutato, soprattutto il mio capo che, da quando è morto mio papà, è diventato per me la seconda figura più importante qui in Italia, perché mi ha sostenuto mentalmente ed economicamente.’’ Nel 2025 Ibrahim ha raggiunto un altro traguardo importante: il 10 aprile ha ottenuto la cittadinanza italiana. L’anno precedente, invece, ha coronato un sogno: sposare Adia, anche lei del Senegal e conosciuta qua in Italia cinque anni fa. Oggi Ibrahim si sente parte integrante della comunità. “Mi trovo bene in valle. È un posto tranquillo, con gente simpatica e disponibile’’

Durante il suo percorso ha incontrare molte persone pronte ad aiutarlo, e tra queste ci tiene a ringraziare il Comune di Berbenno: “Amministratori e dipendenti si sono rivelate persone molto cortesi e disponibili. Tu chiedi e ricevi aiuto, e non è un aspetto scontato oggi, per questo li ringrazio tanto. La segretaria, in particolare, mi ha aiutato tanto e facilitato l’integrazione nel paese di Berbenno’’

Oltre al lavoro, non mancano le passioni. “Mi piace giocare a calcio. Ho giocato nella Brembillese, ma ora ho smesso per dedicarmi di più alla famiglia.’’ Ma il calcio non è la sua unica passione: “Oltre allo sport mi dedico ad organizzare eventi religiosi e culturali in zona Mapello, Bonate e Terno d’Isola. Faccio anche parte di un’associazione che si chiama ‘Associazione dei senegalesi dell’Est’ e vorrei crearne un’altra dedicata ai giovani senegalesi chiamat ‘Movimento Futuro’, soprattutto per insegnare loro la lingua e le tradizioni materne, ma il progetto deve ancora decollare”.

L’italiano lo parla con naturalezza: “Non ho fatto troppa fatica a impararlo, perché parlavo già il francese e traducevo da lì. Mi sono integrato bene grazie anche ai miei colleghi di lavoro che mi parlano sempre in italiano e bergamasco. Prima parlavo inglese, francese e spagnolo, ma ora lo spagnolo l’ho proprio dimenticato.’’ Ciò che più colpisce di più di Ibrahim è la sua visione del mondo, semplice ma profonda. “Come persona che ha vissuto esperienze nella vita, dico sempre ai miei fratelli e ragazzi più giovani che la prima cosa, quando si va in un altro Paese, è integrarsi bene. Ogni paese ha le sue leggi e tradizioni che vanno rispettate, così come vorresti che chi entra in casa tua rispettasse le tue. Poi se c’è da dare una mano si dà una mano, perché il mondo non ha confini nel momento in cui ci si rispetta a vicenda e si cerca di partecipare allo sviluppo del paese che ti ospita. Questa è la mia filosofia’’

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