Era l'8 marzo 2018 quando a San Pellegrino Terme il Centro Antiviolenza Penelope (gestito dalla Cooperativa Sirio) apriva per la prima volta le porte alle donne vittime di violenza di tutta la Valle Brembana. Da allora sono passati poco più di tre anni, nei quali sono stati aperti due sportelli aggiuntivi ad Almenno San Bartolomeo e a Sant'Omobono Terme per l'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè: in tutte e tre le sedi, le operatrici volontarie hanno ricevuto più di cento primi contatti con donne in difficoltà, di cui quasi un centinaio presi in carico.
Ed è proprio per garantire a queste ultime un percorso di accompagnamento che verrà presto inaugurata la “Casa del Fenicottero”, una casa-rifugio di secondo livello nella quale le donne vittime di violenza – dopo l'allontanamento da situazioni di emergenza – possono cominciare a ricostruire la propria vita in autonomia sia sociale che economica.
I due bilocali, già arredati e pronti all'uso, si trovano nella frazione di Santa Croce a San Pellegrino Terme, in una zona centrale e vicina ai luoghi di aggregazione come la parrocchia, la scuola per l'infanzia, primaria e la fermata dell'autobus, al fine di garantire la massima integrazione possibile in un contesto “presidiante” e dove la comunità possa accogliere e prendersi cura della donna e di eventuali figli, contrastando al tempo stesso quell'isolamento sociale che la violenza domestica genera nelle vittime.
“La nostra scelta è caduta su Santa Croce proprio perché si tratta di un contesto piccolo, ma che ha il vantaggio di relazioni dirette e positive e ha la garanzia dei servizi necessari come, ad esempio, le scuole – spiega Elena Sonzogni, Assistente Sociale per il Comune di San Pellegrino Terme che ha seguito il progetto – Il piano terra della struttura è stata data in gestione all'Associazione Santa Croce, che la utilizza per le sue attività sociali e di ritrovo. Sopra si trovano i due appartamenti, che sono dei bilocali in grado di ospitare la donna ed eventuali figli. I tempi che abbiamo definito sono all'incirca sei mesi-un anno, a seconda del progetto. Ovviamente, qualora ci fosse la necessità, potrebbero essere prorogabili a seconda della situazione individuale”.
In qualsiasi scenario, la donna non verrà mai lasciata sola: sarà sempre affiancata dagli operatori degli appartamenti, ovvero degli educatori, che a cadenza regolare la seguiranno nel suo percorso, affiancati dalle figure di riferimento del Centro Antiviolenza Penelope e quindi operatrici, psicologhe e avvocatesse.
“È il primo progetto di questo genere in Valle Brembana, e non solo – prosegue Sonzogni – Forse un azzardo, ma in questi tre anni ci siamo accorti di alcuni rischi. Dopo l'allontanamento della donna da una situazione di rischio, che è obbligatorio ed istituzionale, non sempre è possibile accompagnarla fino in fondo al suo percorso, con il rischio che le situazioni non sufficientemente presidiate possano retrocedere e tornare così dal maltrattante, perché una donna senza lavoro e senza casa non sempre ha un piano B. Per questo motivo credo sia fondamentale che proprio durante quella fase in cui la vittima deve ricostruire la propria vita, la donna debba essere il più possibile presidiata dai servizi, che le diano una mano a completare il percorso in modo positivo”.
I numeri delle violenze nelle nostre valli
Purtroppo sia la Valle Brembana che la Valle Imagna, per quanto piccoli rispetto ad un contesto cittadino, non sono immuni a situazioni di violenza. I dati parlano chiaro: le donne prese in carico dal Centro Antiviolenza Penelope nel solo 2020 – anno in cui, a causa del lockdown numerose vittime si sono trovate costrette in casa con il partner maltrattante, subendo violenze senza possibilità di rifugiarsi altrove – sono state 30, 16 in Valle Brembana e 14 nell'Ambito Valle Imagna-Villa d'Almè.
Nello specifico, per la Valle Brembana 4 donne provengono da Zogno, 2 da Piazza Brembana, 1 da Roncobello, 3 da San Pellegrino, 1 da Oltre il Colle, 2 da Valnegra, 1 da Bracca, 1 da Sedrina e 1 da Lenna, mentre per la Valle Imagna-Villa d'Almè 3 risiedono a Villa d'Almè, 1 a Sant'Omobono, 2 a Locatello, 1 a Capizzone, 2 a Palazzago, 3 ad Almenno San Bartolomeo, 1 ad Almè e 1 a Roncola.
Preoccupanti anche i primi dati che emergono dal 2021: sono 10 in totale le donne prese in carico, 4 in Valle Brembana (2 risiedono a Val Brembilla, 1 a Zogno e 1 a Santa Brigida) e 6 per l'ambito Valle Imagna-Villa d'Almè (1 proviene da Almenno San Bartolomeo, 1 da Almenno San Salvatore, 1 da Barzana, 1 da Capizzone, 1 da Palazzago e 1 da Bedulita). La “Casa del Fenicottero” verrà inaugurata il prossimo giovedì 10 giugno, alle ore 10. Il progetto verrà affidato alla Cooperativa SOS Famiglia Onlus, che si occuperà di gestirne le sue fasi.
(Gli interni di un appartamento)