Negli ultimi quattro giorni, dal 7 al 10 luglio, Valtorta è stata il centro delle attività del Campo Scuola Alpino. L’iniziativa è stata avviata nel 2019 a Cusio (era la prima volta in Valle Brembana) con i gruppi di Cusio, Averara, Ornica, Olmo al Brembo e Santa Brigida; in questa seconda edizione invece si sono aggiunti anche Cassiglio e Valtorta ampliando la gestione dell’iniziativa.
“Mi rallegra vedere che il Campo Scuola Alpino sia diventato una realtà effettiva capace di radunare sessantuno ragazzi” ha dichiarato Hans Quarteroni il Coordinatore Alpini (zona 8) dell’Alta Valle Brembana “Ricordo che per anni si è cercato di incentivare i vari gruppi ad attuare questo progetto. Tutto è partito da Cusio nel 2019, in seguito sempre più gruppi si sono uniti. Questo è accaduto perché l’età media degli Alpini è alta e la nascita di questa collaborazione ci ha permesso di aiutarci a vicenda nei vari progetti. Ad oggi siamo circa in trenta persone totali a cooperare il tutto.”
I ragazzi che hanno partecipato al Campo Scuola Alpino – coordinato dal capo gruppo degli Alpini di Valtorta Claudio Busi, capo campo – hanno un età compresa tra i nove e i quindici anni e la loro provenienza si divide in due macro-fasce: la bassa bergamasca e la Valle Brembana. “L’obiettivo del Campo Scuola non è solo educarli a imparare di più sul significato di essere un Alpino, ma anche quella di fare squadra, mettersi alla prova con loro stessi e confrontarsi con una realtà del tutto nuova” afferma l’istruttore Matteo Brumana “I ragazzi hanno bisogno di toccare con mano quello che è lo spirito di sacrificio del mondo reale e per farlo li abbiamo allontanati dalla tecnologia. I loro cellulari in questi giorni li abbiamo in custodia noi, perché desideriamo che socializzino a parole con gli altri ragazzi presenti nel campo”.
Per la completa attuazione dell’iniziativa Campo Scuola Alpino, la presenza di istruttori esterni e con qualifiche riconosciute a livello nazionale hanno contribuito a rendere più attiva la partecipazione dei ragazzi. Per attirare al meglio l’attenzione dei giovanissimi, ogni ente ha svolto un’attività educativa con attrezzature vere e proprie. Sono stati presenti la Protezione civile ANA di Bergamo del nucleo di Carvico (che durante la pandemia di Covid-19 in sette giorni si sono occupati di allestire l’ospedale da campo alla Fiera di Bergamo), la Protezione Civile AIB della Comunità Montana Valle Brembana, il gruppo cinofili Orobie Soccorso di Endine, il CAI Alta Valle Brembana, la Croce Rossa, l’Associazione Paracadutisti di Vertova, il Maresciallo Luogotenente del Comando Carabinieri di Piazza Brembana.
“All’interno del Campo si sono svolte attività pratiche oltre che teoriche; a partire dall’insegnamento di marcia nella sua tradizionale esecuzione, all’orienteering con l’utilizzo della bussola e altri sport come il tiro con l’arco, il poligono, l’arrampicata, il ponte tibetano e percorsi di velocità” spiega Delio Paleni, capo gruppo degli Alpini di Cusio “Ognuna di esse è stata studiata con l’intento di insegnare qualcosa ai nostri allievi. Per una questione di numero li abbiamo divisi in quattro squadre, per ogni squadra era presente un capo che si occupava di guidare il resto del gruppo. Abbiamo cercato di tenerli sempre occupati per fare in modo di non annoiarli mai. Per noi è molto importante che da ogni insegnamento proposto ne traggano qualcosa, perché stiamo cercando di trasmettere loro tutte le cose positive che abbiamo imparato durante i tempi della leva militare obbligatoria. Infatti, a ogni inizio giornata, è avvenuto l’alzabandiera accompagnato dall’inno italiano”.
I giovanissimi del campo hanno mostrato soddisfazione di aver partecipato all’iniziativa e anche sottolineato la difficoltà di staccarsi da quella che è la loro normale routine. “Questa è la sesta volta che partecipo a un campo alpino” afferma Leonardo, giovane quindicenne di Seriate “Qui mi piace, è tutto bello. La cosa che mi appassiona di più è quella di visitare nuovi posti, fare nuove esperienze con persone diverse. Io abito in città, quindi per me la montagna rappresenta sempre qualcosa di nuovo.” Poi prosegue dicendo “L’allontanamento dalla tecnologia e soprattutto dal cellulare è qualcosa a cui non penso proprio di abituarmi, però mi rendo conto che ogni tanto un distacco ci vuole. Qui si fa amicizia con chi hai intorno, è tutto concentrato su quello che viviamo al momento ed è comunque bello”.
Un po’ diverso risulta il punto di vista di Samantha e Marta, quindicenni di Valtorta. “Questa esperienza è nuova e interessante, ma mi rendo conto che quando la sera rientriamo al dormitorio sono sempre stanca” inizia Marta lasciando continuare l’amica Samantha “Sono d’accordo, la cosa che ho capito fin da subito è che anche se abbiamo pochi anni in più rispetto agli altri, nel socializzare la differenza di età si sente lo stesso. Poi senza telefono è molto difficile. Ieri sera ne avevo bisogno più del solito a causa delle numerose flessioni che avevamo fatto durante il pomeriggio, ero stanca e desideravo svagarmi.”
“Io invece non sento la mancanza del telefono, ma della musica. Diciamo che mi adeguo anche perché ho poco tempo di pensarci” prosegue Marta, poi continua dicendo: “Gli istruttori si sono rivelati competenti anche se alcune volte erano severi. Di tutto quello che abbiamo fatto le attività che più ho preferito sono l’arrampicata e il poligono”. La cosa che per loro si è rivelata più complicata è imparare a marciare e le due ragazze non ne hanno fatto mistero. “Non siamo abituate a seguire uno schema ripetitivo, per questo motivo rispetto a tutto il resto ritengo che sia stata la cosa più difficile” afferma Samantha.
A concludere le voci testimoni dell’esperienza Campo Scuola Alpino, parliamo con Giacomo, undicenne di Piazza Brembana. “Stare qui è bellissimo, ci vivrei! Mi è piaciuto tutto, soprattutto stare in mezzo alla natura. Qui mi sento più libero perché è tutto grande e non ci sono così tanti pericoli. Non vedo l’ora dell’anno prossimo!”