Ultimo bergamasco testimone diretto delle disumane atrocità della seconda guerra mondiale e dei campi di concentramento, Antonio Savoldelli, 95 anni, è mancato la sera del 28 febbraio, dopo averci fatto dono di racconti che documentano il drammatico periodo della sua gioventù.
Antonio era coetaneo di Bonifacio Ravasio, ex deportato politico nel campo di Buchenwald la cui testimonianza viene portata avanti ancora oggi dal nipote Leonardo Zanchi. Leonardo e Antonio si sono incontrati nel 2019.
Nato nel 1927 a Clusone in Valle Seriana, Antonio Savoldelli divenne membro dell’Organizzatore Todt (ente tedesco di costruzioni) con il fine di sopperire alle mancanze economiche della famiglia e venne poi mandato a lavorare in provincia di Udine, dove fu arrestato dai tedeschi il 10 luglio 1944.
Trasferitosi nelle carceri locali, venne caricato sul convoglio della deportazione proprio il giorno del suo 17º compleanno, il 31 luglio 1944, per poi giungere il 3 agosto nel campo nazista di Buchenwald, qui astante come deportato politico numero 34309.
Successivamente venne costretto allo spostamento nei pressi di Colonia, dove lavorò per riparare i danni provocati dai bombardamenti, fino alla liberazione compiuta dagli americani, il 2 maggio 1945 a Salisburgo.
A distanza di 78 anni dall’orrore di avvenimenti disumani la comunità bergamasca perde il suo ultimo deportato e l’Aned, l’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, si unisce al cordoglio con queste parole: “ La sua perdita è per la nostra sezione dolorosa e significativa: con la sua scomparsa perdiamo l’ultimo testimone diretto delle deportazioni nazifasciste dal nostro territorio. Di fronte a notizie come questa, l’impegno di farci eredi delle vicende di chi ha attraversato in prima persona quel periodo è un’urgenza che si fa sentire ancora di più”.