Testo scritto dai ragazzi e ragazze della classe 1^ D della scuola secondaria di Almenno San Bartoloemo “Luigi Angelini” nell’ambito del progetto La Voce “Giovane” delle Valli.
Era una normalissima mattina alla scuola secondaria di Almenno San Bartolomeo e alle 10 stavamo facendo l’intervallo in classe, quando ad un certo punto Rebecca ha notato qualcosa di strano, cioè una macchia in un angolo che il giorno prima non c’era. Alle nostre spalle abbiamo iniziato a sentire discussioni su cosa ci fosse attaccato al muro. Rebecca all’inizio pensava che fosse una macchia qualsiasi, però alcuni compagni sostenevano che fosse un pipistrello!
Così noi alunni abbiamo chiamato le prof Rota e Roccella, che si sono avvicinate e ci hanno dato la risposta definitiva: “E’ un piccolo pipistrello!”. Non sapevamo come fosse entrato o salito sul soffitto. Secondo Aurora, la madre poteva averlo portato qui il giorno precedente, oppure c’era un nido qua vicino. Eravamo molto sorpresi, ma anche un po’ spaventati. Infatti in aula tutti si sono messi a urlare, ma la profe ci ha calmati. Però le nostre urla hanno attirato altri insegnanti, che sono arrivati per vederlo. Alla fine altre tre professoresse oltre alle nostre sono intervenute insieme a tre collaboratori scolastici, che hanno portato una scala molto alta.
Tutte le profe e i collaboratori si sono organizzati per il salvataggio, che sembrava la programmazione di una vera e propria rapina! La più coraggiosa è stata la prof. Roccella. Infatti per salvarlo ha preso la scala ed è salita a tre metri d’altezza senza provare paura o schifo: ha indossato i guanti e preparato una scatola, poi ha preso il pipistrello e l’ha messo dentro, bucando con una biro i lati e il coperchio.
Il pipistrello trovato dai ragazzi
Il pipistrello era poco più grande di una monetina. Infatti dentro la scatola la professoressa Rota ha messo accanto al pipistrello una monetina da 20 centesimi ed era la sua metà: questo vuol dire che era grande due monete da 20 centesimi e forse era un cucciolo. Subito dopo le profe hanno fatto le foto al pipistrello da vicino, così alcuni esperti potevano capire di che tipo si trattava. Abbiamo deciso di aspettare la sera, così vedevamo se riusciva a volare, altrimenti lo si portava dal veterinario o all’ospedale degli animali.
Molti di noi non avevano mai visto un pipistrello da vicino. Abbiamo scoperto che sono dolcissimi e carini, al contrario di quello che si dice di loro, che spesso è falso. Infatti sono animali buonissimi. Come compito la prof Rota ci ha chiesto di dare un nome al pipistrello e ognuno di noi ha avuto la possibilità di proporne uno. Dopo una votazione online il nostro pipistrello ha ricevuto il nome di CAFFE’, perché è proprio simile a un chicco di caffè.
Qualche giorno dopo la professoressa Roccella ha raccontato alla classe di aver lasciato libero il pipistrello e che non era un cucciolo, ma un adulto della specie pipistrellus. Infatti ha contattato la dottoressa Anna Maria Gibellini dello Sportello pipistrelli, che non è riuscita a identificare la specie precisa, perchè non lo ha capito attraverso le varie foto. Le ha mandato una scheda informativa sui pipistrelli della tipologia pipistrellus, a cui sicuramente Caffè appartiene, che poi la professoressa ha illustrato alla classe. Abbiamo scoperto che durante la notte mangia molti insetti che gli servono per vivere. In inverno, quando ci sono pochi insetti, va in ibernazione per risparmiare le energie, anche se potrebbe capitare che di notte ci siano temperature miti e si potrebbe risvegliare. Durante queste notti potrebbe anche succedere che entri negli edifici in cerca di calore.
E’ stato un sollievo sapere che il pipistrello è riuscito a volare via la notte stessa in cui l’abbiamo trovato. Per fortuna stava bene! Siamo riusciti a salvarlo! Chissà in quali altri luoghi andrà…
Il nostro progetto ora è poter costruire delle casette per questi piccoli mammiferi che conosciamo e a volte vediamo anche vicino alla nostra scuola. Speriamo che anche le altre classi ci aiutino!
LA CLASSE 1°D