Alta Val Brembana, contro il bostrico arriva l’abete di Douglas “ma servono più fondi”

La Valle Brembana sarà il banco di prova di un intervento sperimentale per la lotta al bostrico.
8 Novembre 2023

La Valle Brembana sarà il banco di prova di un intervento sperimentale per la lotta al bostrico, una criticità che sta colpendo duramente i boschi lombardi per un totale di 2.400 ettari, di cui quasi il 15% nella sola Valle Brembana (300 ettari).

Per impedire al bostrico di continuare a “mangiarsi” i boschi dell’Alta Val Brembana, si proverà ad espiantare le piante colpite e piantare delle specie diverse dall’abete rosso (la principale vittima dell’insetto originario dell’Asia settentrionale) come l’abete di Douglas (o douglasia costiera), conifera sempreverde diffusa nelle regioni costiere del Nordamerica che dovrebbe creare un effetto “tampone”.

Di questo è di altri temi si è parlato alla conferenza stampa di mercoledì 8 novembre presso la sede della Comunità Montana Valle Brembana a Piazza Brembana, che ha visto la presenza dell’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi e del consigliere regionale Michele Schiavi, invitati in Val Brembana dal “padrone di casa” e consigliere regionale Jonathan Lobati e dalla Comunità Montana Valle Brembana, in questa occasione rappresentata dal vicepresidente Fabio Bordogna.

“Regione Lombardia – ha spiegato Beduschi – considera prioritarie le azioni per arginare i danni devastanti che il bostrico sta causando al nostro patrimonio boschivo. Ho recentemente presentato a Roma la necessità di poter disporre di maggiori fondi rispetto a quelli che ci sono stati erogati, perché consideriamo questa piaga pari a quella causata dalla xylella in Puglia. La realizzazione di fasce tampone con essenze autoctone è una soluzione auspicabile per mitigare i danni, così come l’utilizzo di trappole impregnate di insetticidi già utilizzate in altre aree europee. L’approccio alla gestione del problema bostrico deve essere integrato con ogni risorsa e opzione disponibile”.

cm piazza bostrico - La Voce delle Valli
Da sinistra: Jonathan Lobati, Fabio Bordogna, Alessandro Beduschi, Michele Schiavi

“Ringrazio l’assessore Beduschi per avere accolto velocemente il nostro invito – dichiara il consigliere regionale Jonathan Lobati -. Sull’emergenza bostrico è importante sottolineare che quasi il 15% del territorio lombardo interessato è in Valle Brembana. Quindi, anche insieme al collega Michele Schiavi, cerchiamo di tenere alta l’attenzione sulle valli bergamasche. Pieno sostegno dunque alla proposta dell’assessore di fare un progetto sperimentale proprio in Valle Brembana per la lotta al bostrico”. “Ringrazio Lobati per questo incontro – risponde il consigliere regionale Michele Schiavi. È importante portare gli assessori sul territorio, far loro toccare con mano i problemi. Oggi sul tema bostrico, ad esempio, andrà a casa con un’idea sicuramente più chiara”.

Non solo il bostrico sull’agenda di Beduschi, che da questo incontro brembano tornerà al Pirellone con diversi appunti: da Coldiretti arriva infatti la richiesta di migliorare la gestione della fauna selvatica, con cinghiali, cervi e lupi che creano diverse problemi agli agricoltori, sia in termini di bestiame che di sicurezza. Al centro del dibattito anche il sempreverde tema dello spopolamento della montagna, come evidenziato bene anche dal sindaco di Isola di Fondra, Carletto Forchini: “Le zone industriali create in passato in alta valle faticano oggi a trattenere i giovani. Andrebbe creato un tavolo di confronto continuativo per studiare i problemi della montagna, anche coinvolgendo l’Università di Bergamo, e cercare così di trovare dei modi per aiutarli a restare”.

“Nei territori montani l’agricoltura non è importante solo per il reddito, ma per il presidio e la tutela del territorio – sottolinea Luca Personeni, vicepresidente del GAL Valle Brembana-Valle Imagna che richiama all’attenzione il dissesto idrogeologico – Venendo a mancare l’agricoltore, manca la manutenzione del territorio e, come successo in questi giorni in Valle Brembana e Valle Imagna, si creano episodi di frane e smottamenti”.

“In queste valli – conclude Beduschi – l’agricoltura è un’attività eroica, in grado non solo di assicurarci prodotti di nicchia e grandissima qualità, ma anche di svolgere un funzione di presidio territoriale e sociale insostituibile. Con il nuovo Psr, che porta in dote quasi 900 milioni di euro alla Lombardia, vogliamo costruire bandi dedicati esclusivamente alle esigenze della montagna e porre l’attenzione sul lavoro dei giovani, non solo assicurando il naturale ricambio generazionale nelle imprese, ma anche incentivando la possibilità di un impegno in agricoltura come una straordinaria occasione per tutti”.

All’incontro presenti diversi sindaci e amministratori della Valle Brembana, il vicepresidente del GAL Val Brembana, Luca Personeni con il consigliere Silvano Gherardi, il direttore di Coldiretti Bergamo Carlo Loffreda e Bruno Redaelli segretario di zona per Coldiretti.

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Commenti:
  1. Sono trentino e anche qua da noi i problemi della montagna sono gli stessi. Da noi si aggiunge inoltre il problema orso, insediato nella parte ovest del nostro piccolo territorio.
    Se va di questo passo, i giovani purtroppo abbandonano la montagna perché la stessa non garantisce più una adeguata sopravvivenza.
    Non si può pensare di vivere di all’agricoltura di sussistenza come hanno fatto fino all’epoca deiinostri nonni e genitori.
    Le fabbriche non hanno convenienza ad insediarsi in montagna. Problemi di logistica, per cui i giovani scendono a valle, dove queste ci sono.
    Il bostrico ci sta mettendo la sua parte cancellando quei paesaggi alpini che almeno, stagionalmente, attraggono visitatori. L’unico periodo per garantire quelle modeste entrate per i valliggiani.
    Voglio sperare che il problema bostrico venga risolto per continuare ad ammirare i monti come li ricordiamo.
    Non è una consolazione, ma se la gente abbandona la montagna prenderà il sopravvento l’orso per la gioia degli animalisti da salotto che non hanno lo stesso riguardo per la salvaguardia delle bestie del montanaro, necessarie alla sua sopravvivenza in montagna.

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