Prima la segnalazione di un cittadino riguardo la presenza di un agnello morto nell'abbeveratoio, poi le indagini durate qualche mese: così è stato denunciato e multato un imprenditore agricolo di Oltre il Colle, indagato per possesso di animali “da reddito” in condizioni non compatibili con la loro natura, costretti in spazi angusti. Deceduti otto capi, sotterrati illegalmente.
È partito tutto dalla segnalazione di un cittadino, che ha riferito ai carabinieri forestali di Sedrina la presenza di un agnello deceduto nell'abbeveratoio per il pascolo estivo. Le indagini avviate hanno portato a Oltre il Colle dove un imprenditore agricolo deteneva un'ottantina – 25 bovini, 10 asini, 31 pecore e 17 capre – di animali “da reddito” (ovvero quegli animali che hanno una “utilità produttiva” per l'uomo) in condizioni precarie, privi delle condizioni igienico-sanitarie minime e senza strutture idonee, che avevano causato la morte di otto capi di bestiame (cinque bovini e tre ovini), interrati illegalmente.
Sul posto sono intervenuti, oltre ai carabinieri forestali, anche i veterinari dell'Ats di Bergamo che hanno controllato la mandria. Alcuni ovini presentavano ferite da attacchi di predatori carnivori, mentre uno dei vitelli mostrava una lesione causata da un attacco di topi. La mancanza di condizioni idonee alla sopravvivenza degli animali e di osservazione degli obblighi per la gestione del pascolo, oltre alle leggi per lo smaltimento degli animali deceduti, hanno portato l'uomo ad essere denunciato e multato per 27 mila euro.
Alcuni dei capi sopravvissuti sono stati venduti e affidati a terzi, mentre i restanti sono stati invece consegnati alla madre dell'agricoltore per far sì che vengano inseriti in un clima di benessere secondo le istruzioni dei veterinari intervenuti. Per quanto riguarda invece le carcasse, è stato predisposto il dissotterramento con conseguente smaltimento a norma di legge.