Si è svolta sabato 9 marzo, presso la Casa del Giovane (Sala degli Angeli), in Via Gavazzeni, 13, a Bergamo, l’Assemblea Generale Ordinaria del Consorzio BIM del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio. Alla presenza di 73 fra sindaci e loro delegati dei 127 Comuni aderenti al consorzio (Val Seriana, Val Brembana, Valle Imagna, Val San Martino, Comuni Rivieraschi dell’Isola Bergamasca), sono state sviluppate questioni importanti della vita dell’ente, che svolge un ruolo determinante per tutelare il patrimonio montano e promuovere lo sviluppo dei paesi che vi sono perimetrati. Quale ente pubblico funzionale non economico, infatti, il Consorzio BIM gestisce il sovra-canone, cioè l’indennizzo per il prelievo dell’acqua da questi territori per la produzione di energia idroelettrica. Quindi, si occupa della valorizzazione di questa risorsa, attraverso politiche di investimento, in favore dei territori di competenza, risorse che altrimenti sarebbero disperse, sia in termini finanziari sia in termini di iniziativa progettuale, tra una pluralità di enti.
Nello specifico, è stato discusso il seguente odg: convalida dei nuovi rappresentanti dei Comuni; elezione dell’Ufficio di Presidenza (Presidente e Vicepresidente dell’assemblea); presa d’atto dei verbali della precedente seduta del 15 aprile 2023; relazione del Presidente del Consorzio, Carlo Personeni; approvazione del Conto Consuntivo Esercizio Finanziario 2023; esame ed approvazione del Documento Unico di Programmazione e Bilancio di Previsione triennio 2024-2026; approvazione dell’accordo con il Comune di Cornate d’Adda e il Consorzio BIM di Gravedona ed Uniti per la ripartizione dei sovracanoni idroelettrici nell’ambito del BIM del Lago di Como e fiumi Brembo e Serio; nomina del revisore dei conti per il triennio 1° ottobre 2024 – 30 settembre 2027.
L’assemblea è stata indetta con largo anticipo rispetto alle convocazioni degli scorsi anni, perché le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno coinvolgeranno 80 dei 127 Comuni che fanno parte del Consorzio BIM (78 Comuni bergamaschi e 2 Comuni della provincia di Lecco. Il motivo è quello di dare la possibilità a queste amministrazioni comunali di programmare investimenti, evitando di lasciare in “stand by”, per inerzia tecnica involontaria (mancata operatività 45 giorni prima delle elezioni) importanti capitali. L’assemblea ha presentato una novità “tecnica”: in base al nuovo Statuto, approvato il 4 marzo 2023, a presiedere l’assemblea non è stato più il Presidente del Consiglio Direttivo, ma il membro anziano fra i rappresentanti comunali, nello specifico il sindaco di Gandellino Flora Donatella Fiorina.
Sotto i riflettori il ruolo del Consorzio BIM come ente gestore, per conto dei Comuni collocati all’interno del perimetro del bacino, dei sovracanoni, una forma di indennizzo che esiste da 70 anni, grazie alla legge L.959/1953 (e ancor più compiutamente con la legge 228/2012). Ma soprattutto attenzione a una tematica di grande attualità: lo PSEA (Pagamento dei Servizi Ecosistemici e Ambientali), erogato quale indennizzo di un SEA (Servizi Ecosistemici Ambientali). In questo caso, non solo l’acqua, finalizzata a vari utilizzi, ma boschi, foreste, prodotti legnosi, combustibili, cibo, tutela del suolo, assetto idrogeologico, etc.
“È dall’inizio degli anni 2000 che si è dato un certo rilievo alla valorizzazione dei servizi ecosistemici, sull’onda di una nuova sensibilità verso i valori ambientali e naturalistici – ha sottolineato, nel suo intervento, Carlo Personeni, presidente del Consorzio BIM del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio – Se ne è parlato, per la prima volta, nell’art. 70 della L. 221/2015, dove veniva prevista una delega al Governo; purtroppo, mai definita anche se il termine era giugno 2016. Il prelievo dell’acqua imbrigliata in condotte forzate e rilasciata dopo chilometri, oppure la realizzazione di dighe, sbarramenti e invasi, ove realizzati, condizionano in modo evidente tutto l’ambiente coinvolto, ma soprattutto la qualità di vita delle comunità di questi territori. Essi hanno diritto ad un indennizzo per la fornitura e lo sfruttamento di un Servizio Ecosistemico Ambientale (SEA), che in parte limita il loro benessere. Sottolineo che già 70 anni fa, la legge n. 959/1953, pensata per contrastare lo spopolamento e l’emigrazione dai territori montani, mediante i proventi del sovracanone da spendere sui territori sede di sfruttamento idrico, era all’avanguardia in termini di PSEA. Ebbene, la casistica che riguarda i Servizi Ecosistemici Ambientali (SEA) è ampia e variegata: non tocca solo acqua, finalizzata a vari utilizzi, ma anche boschi, pulizia dell’aria, agricoltura, impatti ambientali vari.
Ora, è arrivato il momento non solo di sensibilizzare i diversi attori in campo, ma di procedere concretamente nella erogazione di contropartite economiche verso i territori montani che li forniscono o da cui vengono prelevati forzosamente. È essenziale e improcrastinabile che tali servizi vengano identificati, quantificati e compensati: o con investimenti territoriali diretti, finalizzati a migliorare le condizioni di vita delle comunità coinvolte, oppure con risarcimenti economici da investire sul territorio di riferimento. Il pagamento non si deve applicare a transazioni private o tra soggetti privati; il gettito finanziario PSEA deve essere gestito esclusivamente dal pubblico, da enti territoriali sovracomunali di natura pubblica, come i Consorzi BIM o le Comunità Montane o altre forme associative intercomunali di riferimento”.
“I Consorzi BIM sono i più qualificati enti gestori di queste risorse – ha aggiunto Personeni – Quali enti funzionali sovracomunali ben conoscono le proprie realtà territoriali e ben gestiscono le risorse per delega dei Comuni, con competenza ed esperienza, peraltro con risultati positivi e con costi di gestione virtuosi. Quindi, sono già pronti ad amministrare anche queste potenziali risorse, i PSEA appunto, considerati come risorse aggiuntive ai sovracanoni, il tutto senza aumento di costi gestionali o incremento di burocrazia. È assurdo pensare di dare origine ad un nuovo ente, finalizzato alla gestione di queste nuove risorse, come pure non è logico che siano le Province le destinatarie di queste risorse. Il rischio, se il tutto non è gestito dai Consorzi BIM, è che le risorse o le compensazioni vengano finalizzate ad obiettivi diversi e non all’effettivo indennizzo per il “prelievo” forzoso dei SEA o per il loro negativo l’impatto ambientale”. Si badi bene che la montagna supera di tre volte la fornitura di SEA rispetto alla pianura: questa, per giunta, li usufruisce”.
UNA LEGGE PER LA MONTAGNA
Alla discussione assembleare, poi, è stato portato il nuovo Disegno di Legge Calderoli “Disposizioni per il riconoscimento e la promozione delle zone montane”, dove sono previste agevolazioni per le Terre Alte, che seguono i binari progettuali del DDL Gelmini del 10/03/2022 e ancora della precedente “Legge sulla Montagna” L.97/1994. In merito, sono intervenuti alcuni amministratori in rappresentanza dei Comuni che hanno ravvisato l’urgenza di porre la montagna al centro dell’azione di governo, a tutti i livelli.
“Non posso che essere soddisfatto nel nuovo testo di legge – ha proseguito il presidente Personeni – Prendo atto che sono passati ben 30 anni dalla legge del ’94. Nel frattempo, però, la costante emorragia abitativa non solo ha reso questi territori e alcuni Comuni dei “dormitori”, ma li ha anche resi più fragili, perché ne è stata trascurata la gestione. Non dobbiamo assolutamente rassegnarci al declino di questi territori: è fondamentale mettere in atto tutte le progettualità possibili per arginare lo spopolamento; quindi, bisogna impostare nuovi equilibri socioeconomici per la montagna, attraverso la valorizzazione e la tutela delle Terre Alte e della sua gente. La classificazione dei Comuni montani non deve essere fatta solo su parametri altimetrici di pendenza o di curve di livello (600 m.s.l.m.), ma bisogna associare a questi elementi il calo demografico, il reddito territoriale e le varie criticità per la mancanza di servizi. Solo considerando ciò, si avrà una vera percezione e consapevolezza di quali sono le zone montane bisognose di attenzione: certamente, Comuni come Piazzolo, Blello, Oltressenda, Brumano, ma non Cervinia, La Thuile, Cortina, Livigno. Pertanto, nella definizione dei parametri vanno considerati non solo la morfologia e l’altimetria, ma soprattutto i criteri socioeconomici. Questa legge è ovviamente utile, ma soltanto se ben programmata e contempli le ingenti risorse territoriali sfruttate, per le quali è doveroso riconoscere un adeguato indennizzo. Questa strategia è certamente preferibile a contributi “a spot”, che periodicamente vanno rimessi in discussione”.
In tal senso, il presidente Carlo Personeni ha garantito l’impegno a monitorare la situazione e prestare attenzione all’evolversi della discussione parlamentare. Ma ha anche proposto, accogliendo ampi consensi, di accorpare i tanti enti che gestiscono la “montagna”. In tal senso, il Consorzio BIM presenterà al ministro Calderoli questa ed altre proposte scaturite dal confronto in assemblea sulla Legge della Montagna, che è in discussione in Parlamento. Al termine della discussione, tutti i punti all’odg sono stati approvati all’unanimità.