Cade in casa l’Atalanta, che cede il passo all’Inter per due reti a zero in una partita equilibrata, decisa dagli episodi e dall’espulsione di Ederson nel secondo tempo. Dal primo minuto, un solo cambio tra i bergamaschi, anche se indicativo perché denuncia un atteggiamento più prudente.
Fuori De Ketelaere, il tridente non c’è e al posto del belga gioca Pasalic qualche metro più indietro: per il resto, formazione-tipo nonostante gli infortuni. Anche l’Inter fa i conti con qualche assenza: la più importante è quella di Dimarco, gioca Carlos Augusto a sinistra. In difesa non c’è De Vrij, rientra invece Pavard, attacco sempre con Thuram e Lautaro. La partita vive di ritmi alti e tanti duelli, non stupisce dunque che le occasioni arrivino soprattutto nei minuti iniziali.
La più importante capita sui piedi di Thuram, imbeccato da Lautaro dentro l’area il francese incrocia con il mancino ma coglie il palo. L’Atalanta risponde dieci minuti dopo, al 18’, con Pasalic: cross dalla sinistra e colpo di testa del numero 8, Sommer deve alzare in angolo. Sul finire della prima frazione Lookman salta con un tunnel Pavard a metà campo e arriva fino al limite dell’area, si accentra sul destro ma calcia male sciupando un’ottima chance.
L’equilibrio viene rotto soltanto nel secondo tempo. L’Inter conquista un calcio d’angolo, ma prima della battuta c’è una pausa per consentire i soccorsi a un tifoso interista sugli spalti. Una pausa che fa calare la concentrazione della Dea, perché dopo lo stop di sei minuti il calcio d’angolo di Calahnoglu trova Carlo Augusto tutto solo che colpisce di testa.
L’Atalanta prova ad aumentare le opzioni offensive con gli ingressi di De Ketelaere prima e di Maldini e Samardzic poi, ma la svolta arriva solo al minuto 84, quando Ederson protesta perché voleva una trattenuta su di sé da parte di Thuram. Massa prima lo ammonisce, poi il giocatore applaude all’indirizzo dell’arbitro che estrae il secondo giallo e consecutivo rosso. Un’espulsione corretta a termini di regolamento, ma viene da chiedersi da cosa derivi l’incostanza nel metro di giudizio degli arbitri in questi casi, perché con lo stesso ragionamento del primo giallo per cui Ederson esprime dissenso, le squadre non finirebbero una partita in undici.
L’Atalanta si sbilancia e subisce il raddoppio da parte di Lautaro Martinez, freddo a battere Carnesecchi dopo essere stato lanciato in porta. A causa dell’interruzione di inizio secondo tempo, il recupero dopo il 90’ è di ben 11 minuti, ma è l’Inter ad avere le occasioni migliori, soprattutto con Frattesi che tira addosso al portiere avversario, prima di finire anche essa in dieci a causa del secondo giallo a Bastoni.
Finisce così una partita nervosa, in cui l’Atalanta non ha demeritato, ma si è fatta trovare impreparata e ha dimostrato di non riuscire a reggere fino in fondo la pressione. Un risultato che deve servire da lezione, soprattutto per quanto riguarda la tenuta dei nervi orobici. Ci sarà tempo per pensarci, visto che incombe la pausa per le nazionali: l’Atalanta tornerà in campo a Firenze domenica 30, per un’altra partita sicuramente ad alta intensità.