Dopo 12 anni, la comunità familiare di Berbenno cambia inquilini: nei giorni scorsi Diego Mosca e Patrizia Pesenti (QUA la loro storia) hanno passato il testimone a Beatrice Invernici, 25 anni e Daniele Resmini, 27, entrambi educatori. Daniele lavora come educatore al nido di Almenno San Bartolomeo mentre Beatrice ha fatto l’educatrice per la cooperativa AEPER con bambini e ragazzi, ma a breve sarà educatrice in una RSA.
“Dal primo novembre – racconta Beatrice – siamo andati a vivere in casa-famiglia cercando di portare avanti questo grande progetto che ci emoziona tanto e speriamo che possa essere anche un punto di riferimento per la comunità. Il nostro percorso di studi non è richiesto per fare la famiglia volontaria con bambini in affido, ma probabilmente senza questo lavoro non saremmo venuti a contatto con questa realtà e quindi non avremmo iniziato a pensare che potevamo farne anche noi parte. Da questa esperienza ci aspettiamo di vivere tante emozioni che sapranno arricchirci, vogliamo metterci in gioco e fare qualcosa di concreto per i bambini che accoglieremo, sicuri che questo nostro esserci sia anche un modo per venire a contatto e conoscere anche altre persone della comunità”.
Beatrice ha lavorato come educatrice della comunità familiare per 3 anni e ha avuto modo di vivere l’ambiente che la precedente famiglia volontaria creava quotidianamente. “Quando si è iniziato a cercare le nuove figure che prendessero il posto di Diego e Patrizia – spiega Daniele – ho iniziato a interessarmi sempre più a questa realtà che ci ha portato a prendere la decisione di coppia di vivere questa esperienza. Quando abbiamo raccontato la nostra scelta a parenti e amici ognuno ha reagito in modo diverso. Molti si sono da subito detti entusiasti e disponibili a supportarci nella scelta, qualcuno ci ha preso per “matti” che si buttano a capofitto in qualcosa di sconosciuto, ma l’aiuto e il sostegno è arrivato da tutte le persone a cui vogliamo bene. Dalla Unità Pastorale San Piro speriamo di essere accolti e sostenuti in questo progetto che va oltre noi due, ma che vuole essere un sostegno per tutte le famiglie che stanno passando momenti di fragilità. Ai giovani auguriamo di fare scelte di cuore, come quella che abbiamo appena fatto noi, di viversi momenti ed emozioni. Il nostro desiderio è di essere un punto di rifermento per tutte le famiglie e non solo i minori che accoglieremo e in un futuro di creare la nostra “famiglia allargata”.
Vale la pena ricordare che la comunità familiare di Berbenno è un servizio educativo per minori realizzato attraverso il recupero di un bene confiscato alla mafia (la “Casa Gialla”), restituito alla Società Civile grazie al contributo di molti volontari a al sostegno del Comune di Berbenno e all’Azienda territoriale per i servizi alla persona Valle Imagna-Villa d’Almè.
“Siamo molto contenti che la gestione della casa famiglia passi da Diego e Patrizia a Daniele e Beatrice – fa sapere l’assessore alle Politiche Sociali Maria Locatelli – . Svolgono un servizio prezioso ed unico sul territorio, importante sia per il nostro ambito che per l’intera provincia. Il servizio di accoglienza continua ad operare ed è un’importante opportunità per il nostro Comune di essere sensibile sul tema della cura dell’infanzia.
Per l’Amministrazione comunale significa continuare a mantenere vivo il rapporto di vicinanza con chi gestisce la casa famiglia e dare senso al concetto di comunità familiare, attraverso l’utilizzo di un bene confiscato ridonato alla popolazione per farne un bene socialmente utile. L’amministrazione non solo è contenta di questo passaggio, ma rilancia garantendo la continuazione del servizio per i prossimi anni per continuare a lavorare insieme per il bene della comunità”.