Dopo il rinnovo del gemellaggio fra Berbenno e Saint Laurent du Pont (Francia) lo scorso ottobre, con una delegazione berbennese accolta dalla comunità francese, il prossimo giugno sarà il paese valdimagnino ad accogliere gli amici transalpini nel 40° anniversario del legame fra i due paesi.

“Gemellaggio è una parola ricca di significato, un patto che suggella amicizia e tradizioni ed è proprio per questo motivo che, ad ottobre del 2024, una piccola delegazione rappresentante la nuova Amministrazione comunale di Berbenno si è recata a Saint Laurent du Pont per rinnovare quel patto di amicizia che, negli ultimi anni, si stava perdendo” dichiara Sandro Palusci, consigliere con delega al Turismo del Comune di Berbenno, impegnato nell’organizzazione del prossimo incontro in terra valdimagnina che si terrà il 27-28-29 giugno 2025 a Berbenno “dove ci aspettiamo circa un centinaio di amici francesi, figli e nipoti di quegli emigrati che nel secolo scorso hanno contribuito alla crescita umana ed economica di Saint Laurent du Pont” dice Palusci.

“Innanzitutto – prosegue il consigliere – avremmo pensato di far pernottare i nostri ospiti nelle case dei berbennesi e, in tal senso, abbiamo già avuto la disponibilità di parecchie famiglie. In tre giorni li porteremo a scoprire le bellezze artistiche, naturali e culturali del nostro territorio, a partire dalla Casa Museo “Andrea Previtali” al Santuario della Cornabusa, dal Colle di San Piro alla Valle Brunone fino in Città Alta a Bergamo. Il lavoro che ci aspetta per questo evento è notevole, ma grazie ai nostri concittadini ed alla determinazione dell’ assessore al turismo Elisa Bolis, alla guida dell’ operazione, il risultato non deluderà le aspettative”.

“Il gemellaggio – aggiunge il sindaco, Manuel Locatelli – va a suggellare il rapporto tra le due comunità, nato ben 40 anni fa. Le storie, i legami e le amicizie che si sono intrecciate in questo periodo sono una testimonianza vera che solo il gemellaggio riesce ad esaltare e che, comunque, resta sempre una strada da percorrere per tenere unite le comunità”.