“Credo che l’estensione della zona rossa vada riformata e rimodulata e potrebbero esserci altre zone da coprire. Non credo che si debba estendere anche alla città di Milano in questo momento, poiché i casi sono pochi, ma piuttosto a comuni più colpiti, come Bergamo”: è quanto affermato da Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), a Sky Tg 24 Timeline, sull'ipotetica estensione della cosiddetta “zona rossa” anche nei territori della bergamasca.
Lo stesso Rezza ha sottolineato la necessità di mantenere le misure prese finora, “e c'è l'esigenza di estendere la zona rossa sulla base dell'incidenza di diffusione del nuovo coronavirus” ha aggiunto il presidente, evidenziando che “vanno poi valutate le misure di distanziamento sociale. La popolazione va cioè abituata ad avere dei comportamenti un po' “asociali”: ad esempio non baciarsi, non abbracciarsi. Ciò perché bisogna arginare la velocità di diffusione del virus. Nel resto d'Italia è cioè auspicabile un cambiamento dei comportamenti”.
Una conferma arriva anche dal presidente dell'Iss Silvio Brusaferro, che ha commentato in una conferenza stampa della protezione civile, parlando della zona della bergamasca: “Stiamo valutando l’opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura. Stiamo analizzando con la Lombardia con grande attenzione su nuovi casi per comuni della cintura bergamasca e stiamo vedendo con i dati d’incidenza e in base ai tassi di riproduzione del virus”.
Stando all'ultimo bollettino, in Bergamasca sono 372 i casi di covid-19. E l'incremento è stato di 129 contro i 98 nuovi casi a Lodi. In totale in Lombardia sono oltre 1500 i contagiati.