Mentre l'Europa fa i conti con la seconda ondata di contagi da Covid-19, la scienza fa passi da gigante in direzione di un vaccino, che in un clima di difficoltà dona una prospettiva positiva. Uno dei candidati, infatti, è risultato efficace nel prevenire ben il 90% delle infezioni durante la fase 3 della sperimentazione, ancora in corso. Si tratta del BNT162, nome “in codice” del vaccino sviluppato congiuntamente dalla Pfizer negli Stati Uniti e BioNTech, società tedesca, in collaborazione con lo Shanghai Fosun Pharmaceutical Group in Cina.
Il candidato, analogamente a quello sviluppato dalla società Moderna, utilizza l'Rna messaggero, presentando nella sua fase 3 di test – che coinvolte ben 30mila persona – dei risultati giudicati “impressionanti” ottenendo un'efficacia del 90%. Per capire l'importanza di questo risultato è bene citare lo studio a cura dell'American Journal of Preventive Medicine, che illustrava come, in assenza di altri interventi per prevenire un'epidemia, il vaccino debba avere un'efficacia di almeno il 70% se la vaccinazione copre almeno il 75% della popolazione. Per estinguere completamente un'epidemia in corso, invece, il vaccino dovrebbe avere un'efficacia di almeno l'80% su una copertura del 75%: un numero non sempre facile da ottenere.
“I risultati dimostrano che il nostro vaccino a base di mRna può aiutare a prevenire il Covid-19 nella maggior parte delle persone che lo ricevono. Ciò significa che potenzialmente siamo ad un passo dal fornire alle persone in tutto il mondo una svolta tanto necessaria per contribuire a porre fine a questa pandemia globale – afferma Albert Bourla, il presidente di Pfizer, in un lettera pubblicata sul sito dell’azienda farmaceutica americana – Al momento non possiamo richiedere l’autorizzazione all’Fda per l’uso in emergenza del vaccino solo sulla base di questi risultati di efficacia. Sono necessari infatti più dati sulla sicurezza, che stimiamo arrivino nella terza settimana di novembre, come parte del nostro studio clinico che è ancora in corso”.
Come affermato dal virologo Ian Jones, dell'università britannica di Reading, il risultato potrebbe potenzialmente essere migliore perfino di quello sviluppato dall'ateneo di Oxford insieme al produttore farmaceutico AstraZeneca, in collaborazione con l'azienda Italia a Irbm di Pomezia finora considerato fra i più promettenti in fase di realizzazione. Jones sottolinea la procedura totalmente nuova utilizzata per il prototipo Pfizer, unica al mondo con quello in sperimentazione da parte della Moderna Inc (Usa). “Di tutti i candidati vaccini in via di sviluppo, quello di BioNtech sembra avere il miglior colpo in canna – spiega lo scienziato britannico – I dati sul trial mostrano risultati eccellenti, davvero impressionanti, e nessun effetto collaterale avverso riportato. L’unica cosa che non sappiamo ancora è la durata della risposta fra tutti i gruppi di pazienti”.