Mentre alcuni stati d'Europa si preparano ad un nuovo lockdown e in Italia si fa i conti con il più recente Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel mondo c'è la “corsa al vaccino” che dovrebbe garantire se non la completa scomparsa del Covid-19, almeno un suo rilevante rallentamento.
Ma quando arriverà questo vaccino? Numerosi sono gli scienziati al lavoro e fra i primi (e più promettenti) candidati vi è anche quello dell'Università di Oxford, prodotto dall'azienda biofarmaceutica AstraZeneca. L'Italia, secondo quanto affermato recentemente dal presidente dell'Irbm di Pomezia – l'azienda italiana che stra contribuendo al suo sviluppo – sarà fra i primi stati europei a ricevere 2 o 3 milioni delle prime 20-30 milioni di dosi, in distribuzione già nel mese di dicembre secondo quanto affermato anche dal premier Conte.
Ma Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, sembrerebbe smentire tutto: “L'UE potrà contare dalle 20 alle 50 milioni di dosi di vaccino al mese, a partire da aprile” avrebbe affermato nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo piano di coordinamento UE per il contrasto della seconda ondata.
Il nodo, come sottolineato dalla Von der Leyen, sarebbe nel tempo richiesto per lo sviluppo di un vaccino efficace: “non è la soluzione miracolosa che cambia tutto da un giorno all'altro – ha spiegato, aggiungendo – la prima compagnia farmaceutica arriverà con un vaccino, che poi passerà i trial clinici necessari. Potrebbe volerci fino a fine anno perché una delle compagnie riesca ad andare in quella fase. Ma ci vorrà tempo, ed è importante comunicarlo con sufficiente anticipo, perché un vaccino venga testato in modo che si accerti che è efficace e sicuro”.
Con “efficace”, ha sottolineato Von der Leyen, si intende un'immunità al 100%, ma “potrebbe essere al 70% o anche meno, con la prima generazione di vaccini” ha spiegato. È doveroso precisare che l'efficacia dei vaccini attualmente disponibili per prevenire l'influenza è del 70-90% nei giovani adulti, ma è inferiore negli anziani e in quei soggetti il cui sistema immunitario è già debilitato, crollando anche al 30-70% in alcuni casi. In poche parole, “il vaccino non è l'evento miracoloso – ha concluso –. È la luce in fondo al tunnel, ma ci vorranno diversi passaggi prima che riusciamo a vedere la luce piena”.