Dopo la prima, tragica ondata che l'Italia ha dovuto affrontare fra marzo e giugno 2020, ora a fare paura sono le varianti del Covid, sia quelle attuali – come la variante inglese, brasiliana e sudamericana – che quelle future. Intanto la campagna vaccinale prosegue in tutto il mondo, nel nostro Paese le inoculazioni sfiorano ad oggi i tre milioni, ma i dubbi sull'effettiva efficacia dei sieri contro le varianti non accennano a ritirarsi.
Una risposta effettiva non esiste e anche se Pfizer e Moderna, secondo l'Agenzia Europea del Farmaco, risulterebbero altamente efficaci contro le varianti del Coronavirus, di certezze ce ne sono poche. Per questo motivo l'Università di Birmingham, nel Regno Unito, e la società Scancell hanno deciso di guardare avanti e realizzare un vaccino in grado di contrastare tutti i differenti ceppi di Covid-19.
Un “vaccino universale” in poche parole, il cui prototipo avrebbe già superato i test pre-clinici ed è ora in attesa di test su volontari. Il nuovo siero risulterebbe efficace non soltanto contro le varianti attualmente conosciute, ama anche su quelle future che potrebbero eludere la composizione dei vaccini in via di somministrazione in questi mesi.
“Abbiamo il vantaggio di imparare dalle carenze della prima generazione di vaccini per migliorare la seconda generazione – ha affermato, come riporta Sky News, la professoressa Lindy Durrannt, immunologa dell'Università –. Questo vaccino raddoppia le possibilità di vincere il virus. Stiamo ottenendo livelli di anticorpi altrettanto buoni, se non migliori rispetto agli altri vaccini. Oltre che migliori risposte delle cellule T, ma questo accade negli animali e dobbiamo passare agli umani per vedere se funziona anche per noi”.
Per quanto riguarda l'eventuale entrata in commercio del vaccino universale, se ne parlerà nel 2022: intanto, in primavera, la sua sperimentazione dovrebbe fare ulteriori passi in avanti.