Aumentano le sanzioni e aumentano le contravvenzioni. È la fotografia paradossale registrata sabato 28 marzo sul territorio nazionale. Un paradosso, perché è stato il primo sabato dopo il decreto legge che ha ulteriormente inasprito le sanzioni per chi esce di casa senza un valido motivo. Si è passati da 400 a 3000 euro, eppure ciò non ha frenato le 4942 persone che sono state fermate e multate.
Un numero altissimo, molto di più rispetto al venerdì nonostante siano stati eseguiti meno accertamenti. Appare dunque chiaro il motivo per cui il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha deciso un potenziamento dei posti blocco, attivando anche gli agenti di polizia municipale. La situazione è ancora peggiore se si considera che tra i 4942 che sabato sono andati a spasso nonostante i divieti, 50 di questi erano in quarantena in quanto positivi al Covid-19: nonostante i messaggi numerosi, veicolati da radio, televisione ed internet, non tutti sembrano aver capito l'importanza di restare a casa.
Numeri che fanno capire perché la chiusura non potrà che proseguire anche per il prossimo mese. Il 3 aprile è la data in cui scade il decreto, eppure è evidente che la chiusura continuerà, fino al 18 aprile, come già era emerso negli scorsi giorni, e oltre. Riprendere le attività proprio sotto Pasqua rischia infatti di riportare la situazione agli inizi di marzo, annullando di fatto gli sforzi fatti fino a questo momento.
Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, ha detto a Sky: “Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta.” Possibile quindi una riapertura controllata a partire da maggio, evidentemente se la situazione non dovesse cambiare. Occorreranno in ogni caso mesi perché tutte le attività possano ricominciare a regime.
Fonte immagine: sito del Ministero dell'Interno