Da San Pellegrino il miglior miele di castagno: Lino stravince ai Migliori Mieli di Lombardia

Al Concorso regionale Migliori Mieli di Lombardia l’apicoltore sanpellegrinese Lino Mostachetti ottiene ben quattro riconoscimenti. Con il miele di castagno vince il Premio Speciale “DolceAmaro” per la provincia di Bergamo.
24 Novembre 2023

Grande soddisfazione per l’apicoltura brembana. Al Concorso regionale per la selezione dei Migliori Mieli di Lombardia, andato in scena sabato 18 novembre, l’apicoltore sanpellegrinese Lino Mostachetti ha ottenuto ben quattro riconoscimenti.  Un risultato per certi versi inaspettato in una rassegna tanto importante, come ci racconta lo stesso Lino: “È un concorso a livello regionale, con apicoltori professionisti e dilettanti. Si partecipa presentando tre campioncini da due etti e mezzo ciascuno, io ho selezionato tiglio, castagno e millefiori delle Alpi”.

Non è la prima partecipazione in assoluto: “L’anno scorso era stato premiato solo il mio millefiori, quest’anno è stata data una rosa d’argento a tutti e 3 i tipi in gara. In più, per la provincia di Bergamo, è stato messo in palio il Premio Speciale “DolceAmaro” per il miele di castagno e il mio ha vinto con il punteggio più alto e il giudizio di eccellente. La giuria è composta da esperti iscritti all’Associazione mieli italiani, ci sono giudici a rappresentare tutto il mondo del miele lombardo”.

Come detto, si tratta di un riconoscimento insperato. “Io non me l’aspettavo, ho presentato tre tipi diversi e non credevo venissero premiati tutti. L’anno scorso era stato riconosciuto solo il miele di alta montagna. Quest’anno non ho vinto la Rosa d’Oro, che viene data solo a un tipo di miele, ma la Rosa d’argento indica comunque un punteggio lodevole. È arrivato anche il premio per il miele di castagno: il punteggio parte da buono fino all’ottimo, c’erano solo due eccellenti, ma quello con il punteggio superiore è stato il mio: si è deciso così quale fosse il migliore”.

La soddisfazione è tanta, soprattutto perché Lino è innamorato dell’apicoltura in tutti i suoi aspetti. “Io ci tengo a dimostrare il lavoro che c’è dietro: si tratta di una serie di fattori complessi, è un mondo affascinante. Il miele e l’apicoltura possono davvero catturarti: parlo anche a livello amatoriale, ti entra nel sangue e ti prende. Io non sono un professionista – spiega – ho un’ottantina di alveari, ma è già una realtà considerevole, mi dedico a produzioni differenziate e produrre un miele di alta montagna delle Alpi non è da tutti, si tratta di una difficoltà ulteriore”.

Come detto, il lavoro è tanto e spesso non si vede, ma si condensa in un prodotto di eccellenza: “Dal momento in cui si vuole produrre una particolare tipologia di miele, come acacia o tiglio, si deve conoscere il periodo delle fioriture, per avere il nettare da far raccogliere alle api. Se vuoi l’acacia, ad esempio – spiega Lino – il periodo è un mese da fine aprile, si deve avere le api pronte a fine aprile. Bisogna capire se l’alveare è pronto o no per andare nella zona della fioritura: quando viene portato lì e finiscono i fiori, bisogna avere l’accortezza di togliere subito il miele prodotto in quelle settimane, per avere il miele solo di quel nettare. Questo vale per tutti i mieli monoflora, con uno specifico fiore. Vale anche per quello d’alta montagna, per quello prodotto sotto i 1400 metri bisogna portare le api d’estate, per sfruttare le fioriture: bisogna anche conoscere l’ambiente in cui vivono le api”.

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Commenti:
  1. Complimenti Sig. Lino, gentilmente mi comunica dove posso acquistare il suo miele di Castagno? attendo sue notizie.
    Grazie per l’attenzione
    Eglandina Iacini

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