Domenica 9 aprile, il giorno di Pasqua, il ciclista Dario Acquaroli, 48 anni, originario di San Pellegrino Terme (era residente a Curno), uno dei biker italiani più forti di tutti i tempi (come scrive la Gazzettta dello Sport), ha perso la vita mentre si trovata proprio in sella alla sua mountain bike.

Il ciclista è stato trovato senza vita intorno alle ore 13.00 su una mulattiera di Camerata Cornello, non lontano da casa della sorella che lo attendeva per il pranzo di Pasqua. Il tratto dove è stato trovato era piuttosto semplice, quindi si pensa che Acquaroli sia stato colto da un malore.

Acquaroli è stato un punto di riferimento per la mountain bike, arrivando a correre 19 mondiali con la nazionale italiana, tra cross country e marathon. Ha vinto due titoli europei nel 1992 e 1993, due mondiali nel 1993 e 1996 e cinque titoli italiani nel 1992, 1993, 1996, 2000 e 2005.

La sua avventura sulle due ruote è cominciata all’inizi degli anni Novanta; fu un vero pioniere della mountain bike in Italia. Fino a quel momento la MTB era un fenomeno sopratutto americano. Fu proprio il grande Felice Gimondi a credere nel talento di Acquaroli e nella mountain bike: quando correva in Bianchi era lui il team manager.

Diceva di se, come scrive la Gazzetta: “Ho raggiunto il punto più alto della mia carriera nel 1996, quando a 23 anni ho vinto il mio secondo mondiale. Non è stato un momento facile da gestire perché ero da solo, mio padre è venuto a mancare il giorno prima della mia gara di debutto, quando avevo 16 anni, e non ho mai voluto avere accanto a me un procuratore”.

Dopo la carriera di ciclista, dalla quale si è ritirato nel 2008, Acquaroli è diventato manager della Sintesi Larm. Poi ha lavorato alla Vittoria Gomme come ambassador e alla Meridia Italia, dove si occupava di marketing dal 2021, una delle più importanti aziende produttrici di biciclette al mondo. I funerali si terranno domani, mercoledì 12 aprile alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Pellegrino Terme.