Una coppa maledetta, una sconfitta immeritata. Secondo ko in Champions per l'Atalanta, che subisce un incredibile 1-2 a San Siro dagli ucraini dello Shakhtar, con gol finale al 95esimo dopo aver a tratti dominato. Al via Gasperini punta su Palomino, Toloi e Masiello davanti a Gollini, preferisce Pasalic a Freuler al fianco di De Roon, schiera Hateboer e Castagne sulle fasce e conferma il trio d'attacco con Gomez, Ilicic e Zapata.
L'Atalanta, sostenuta dai cori incessanti dell'intero stadio, non è certo in bambola come a Zagabria e macina gioco con crescente disinvoltura. Dopo un quarto d'ora e diverse scorribande non andate a buon fine, al 14' arriva il calcio di rigore concesso per fallo su Ilicic, che si libera in area dopo fraseggio con Gomez. Lo stesso Ilicic si incarica della battuta, ma il tiro è ben parato da Pyatov (quinto rigore parato in Champions) ed Hateboer spedisce la respinta sull'esterno della rete.
L'Atalanta non demorde e al 25' arriva il diagonale di Pasalic che si stampa sul palo alla sinistra di Pyatov. Sembra una maledizione, ma sul prosieguo dell'azione arriva il cross di Hateboer, l'uscita a vuoto di Pyatov e Zapata che insacca per la storia: primo gol nerazzurro in Champions. La sfida è vibrante e lo Shakhtar si dimostra determinato, soprattutto a centrocampo.
Al 41' arriva il pareggio. Patrick serve in profondità per Moraes che supera in velocità Gollini e insacca a porta vuota. Si va al riposo convinti che tutto possa ancora succedere. Gasp non cambia l'undici di partenza e l'Atalanta preme di nuovo sull'acceleratore .Zapata è terminale offensivo su tutto il fronte d'attacco. Sul suo piede arrivano due occasioni importanti (assist di Gomez e Castagne), ma prima la zampata va fuori di poco, poi Pyatov chiude lo specchio su un tiro violento ma prevedibile.
C'è anche un tiro da fuori di Malinowskyi (subentrato con Muriel e Goosens al posto di Ilicic, Hateboer e Masiello). Quando il pareggio sembra ormai cosa fatta ecco la ripartenza ucraina all'ultimo dei 5 minuti di recupero ed il gol di Solomon che beffa Gollini, squadra e tifosi. Una sconfitta che brucia, che toglie ai nerazzurri velleità di qualificazione e conferma come in Champions gli errori si paghino pesantemente.
Gli applausi convinti dell'intero stadio hanno il sapore di un sano realismo: c'è un nuovo stadio da inaugurare fra quattro giorni, tante da battaglie da combattere e una guerra da vincere, per tornare comunque in Europa a testa alta. Il campionato è ancora tutto da vivere.