Effetto tredicesima in Bergamasca: si spenderanno 735 milioni in regali, +7,4% rispetto al 2023

Le tredicesime in Bergamasca, secondo le stime di Confcommercio Bergamo, valgono 735 milioni di euro.
4 Dicembre 2024

Le tredicesime in Bergamasca, secondo le stime di Confcommercio Bergamo, valgono 735 milioni di euro. La crescita è del 7,4%, nominale rispetto al 2023 è positiva, per effetto dei maggiori occupati e dell’aumento dei salari. La media rispetto a lavoratori dipendenti pubblici e privati e pensionati (650.000 circa) è di circa 1.130 euro a percipiente.

Rispetto al totale della popolazione è di circa 665 euro a persona. Il 17,43% pari a 128,1 milioni sarà assorbita dalle spese incomprimibili di energia e gas. Anche a Bergamo la fiducia è in recupero e questo potrebbe favorire il Natale anche se sarà un Natale di differenze sociali più marcate tra chi potrà spendere molto e chi poco o nulla. La stima è che il 48% dei bergamaschi (era il 45% nel 2023) potrà e vorrà fare regali contro la propensione media del 44,4% a livello nazionale. La previsione di spesa media si attesta a 220 euro contro i 174 euro dello scorso anno, un budget più alto per effetto in parte delle minori spese energetiche, ma soprattutto imputabili all’inflazione.

“Puntiamo molto su questo dicembre – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo – . Ci auguriamo che l’effetto tredicesima possa migliorare i consumi che negli ultimi anni erano cresciuti solo per l’inflazione. Finalmente cresce il numero dei bergamaschi che non rinunceranno a fare regali di Natale, con un dato superiore a quello registrato dal 2020 al 2023. La spesa prevista sarà maggiore dello scorso anno per via della maggiore occupazione, del cuneo fiscale, dell’aumento degli stipendi e in termini reali dovrebbe finalmente tornare a crescere dopo l’effetto inflazione degli ultimi anni”.

Ma siamo lontani dalle festività pre Covid: “Se il dato è positivo rispetto al 2020, appare negativo rispetto al 2019 e desolatamente lontano dalla spesa media per consumatore registrata fino al 2009 – continua Zambonelli -. Ad essere in difficoltà è un numero sempre più alto di famiglie bergamasche. Si sta purtroppo esasperando la differenza tra chi potrà fare acquisti senza badare troppo alle spese e chi dovrà rinunciarvi o quasi e questo preoccupa molto il commercio che da sempre lavora con tutti i segmenti sociali. Eppure nei bergamaschi c’è voglia di normalità, di feste e di regali. Le presenze turistiche e la neve che speriamo arrivi presto in quota contribuiscono a tenere più alta la fiducia e questo non è solo positivo, ma potrebbe fare la differenza sul prossimo Natale”.

Il dato nazionale

La consueta ricerca dell’Ufficio Studi di Confcommercio sui consumi di Natale e tredicesime è all’insegna di un rinnovato ottimismo. Le tredicesime quest’anno dovrebbero essere più pesanti rispetto al 2023 e raggiungere un monte di 54,5 miliardi di euro, a cui sottratti tasse e contributi, rimarranno 45 miliardi di euro disponibili per i consumi di Natale. Una cifra ben superiore rispetto all’anno scorso quando il totale disponibile era stato di 41,3 miliardi. La cifra per i consumi arriva a 47,5 miliardi di euro se si aggiunge una maggiore spesa dei lavoratori indipendenti ovvero imprenditori, liberi professionisti e autonomi, dunque superiore di 3,6 miliardi di euro rispetto al 2023 quando è stata di 43,9 miliardi.

L’incremento delle risorse disponibili si traduce in una spinta ai consumi di dicembre da tredicesima pari a 1.906 euro in media per famiglia (+6,6% rispetto allo scorso anno: 1.788 euro). A rendere la circostanza più favorevole nel 2024 è una serie di fattori, in primis l’aumento dell’ occupazione. La ricerca di Confcommercio mette in evidenza come cresca il volume delle 13esime per l’aumento degli occupati con +420mila sul 2023 e +848mila sul 2019 nei primi 10 mesi. Inoltre, i nuovi pensionati hanno un vantaggio grazie a migliori storie contributive e alla conferma della decontribuzione anche nel 2024, che vale 1,3 miliardi di euro correnti sulle 13me come effetto netto. Inoltre si contano circa 400 milioni di euro di bonus straordinario e non sono presenti impulsi inflazionistici ‘genuini’ a ottobre e novembre.

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