Elio Rota, lo scultore classe 1938 che dà “vita” alle corne del Brembo questa volta ha trovato in una grossa pietra nelle cave del Paglio l’ispirazione per una sua opera, dedicata alle persone scomparse a causa del Covid. “Fiamma”, la fiamma dell’amore delle persone vicine alle vittime del Covid, questo il nome dell’opera di Elio Rota realizzata nell’estate del 2021 e ora in cerca di casa. Più di una semplice scultura, ma una vera e propria fontana che lo scultore vorrebbe vedere esposta in un luogo pubblico.
Non è la prima volta che Rota realizzata una scultura rappresentativa delle sofferenze della pandemia: a settembre 2020 lo scultore aveva infatti scolpito una pietra per i medici e gli infermieri che impegnati in “prima linea” durante la pandemia e donata poi all’ospedale di San Giovanni Bianco. Ora lo scultore vorrebbe trovare una destinazione anche per la sua seconda opera.
Elio Rota ha trovato la grossa pietra nelle cave di Paglio che si affacciano sulla Val Parina, e l’idea di realizzare una fiamma è venuta subito: “Ho trovato questa pietra molto grande con venature rosse arabescate, e ho pensato subito di utilizzarla per ricordare le vittime della pandemia. Immediatamente mi sono tornati alla mente i camion che portavano via i defunti per poi cremarli, e ho utilizzato la pietra rossa come fiamma” dice lo scultore.
“Ho scolpito su due lati tanti piccoli volti che si avvicinano all’estremità, dove ho scolpito l’occhio di Dio, per le povere vittime che sono arrivate al cielo, all’amore di Dio” spiega Rota.
La fiamma è, come spiega Rota, una “fiamma d’amore”, per chi teneva ai defunti, e come riportato anche sulla vasca: Fiamma infatti raccoglie l’acqua, simbolo del pianto e del dolore. Dalla vasca piena di lacrime si innalza verso Dio il grido d’aiuto e la ricerca della vera pace.
“La scultura in verità è una fontana, infatti il bello di questa pietra è proprio il risalto che le dà l’acqua, facendola diventare ancora più rossa, forse presto ci metterò un olio per lasciarla sempre con effetto bagnato – spiega Rota – Vorrei che la mia fontana venisse esposta in un luogo pubblico, meglio a San Giovanni magari, e se venisse acquistata vorrei donare il denaro ricavato in beneficenza”.