Troppi errori e l’Atalanta cade a Bergamo contro l’Inter: 3 a 2 e terza sconfitta di fila, 90’ minuti che hanno evidenziato, ancora una volta, i limiti di una squadra la cui imprecisione è il limite maggiore. Dopo Lecce, la Dea schiera una formazione più abituale: Zapata e Lookman davanti, Koopmeiners torna a centrocampo, dove manca De Roon ma c’è Ederson. In difesa si ferma Toloi nel riscaldamento, lo sostituisce Palomino accanto a Demiral e Scalvini. L’Inter si affida al proprio 11 tipo. Manca Lukaku davanti, accanto a Lautaro c’è Dzeko, Dumfries e Dimarco sulle fasce, l’ex Gosens si accomoda in panchina.
La prima decina di minuti vive di un ritmo spezzettato e poche occasioni, al 12’ lancio lungo di Onana per Dimarco, l’esterno mette giù bene ma il suo mancino è facile per Musso. L’Atalanta risponde, Pasalic crossa sul secondo palo, Koopmeiners mette giù e calcia, Onana c’è. Il portiere interista replica sul successivo corner, Palomino svetta da solo e l’ex Ajax vola a togliere la palla dalla porta.
I padroni di casa crescono con il passare dei minuti, costringendo l’Inter a difendere e senza lasciare spazi per le ripartenze. Al 22’ Zapata riceve in area e prova ad andare via a De Vrij, l’olandese lo ferma con un contatto evidente e Chiffi indica il dischetto. Lookman si incarica della battuta, il suo rigore è la fotocopia di quello battuto contro il Napoli: destro sotto la traversa e 1 a 0 Dea.
Gli ospiti non si riscuotono fino alla mezz’ora: Calhanoglu ha tanto tempo per crossare dalla trequarti, Lautaro prolunga e sotto porta Dzeko piazza la zampata vincente, pareggio dell’Inter alla prima, vera occasione, troppo ferma la difesa orobica. L’1 a 1 accende la partita, le squadre si allungano ma non ci sono grandi occasioni prima dell’intervallo. Pausa che fa male all’Atalanta, la squadra rientra dagli spogliatoi con Scalvini fuori per Malinovsky, scelta rivedibile che porta l’ucraino a giocare avanti, arretra Koopmeiners sulla linea di Ederson in una sorta di 4-2-3-1 che però non esalta le doti di nessun giocatore, anzi nasconde tanto Lookman quanto Zapata. Il nuovo assetto lascia anche più libertà all’Inter, che ne approfitta in cinque minuti. Al 56’, Malinovksy perde una bruttissima palla, Dimarco crossa dal fondo, la palla sbatte su Dzeko, poi su Maehle ed entra in porta. 2 a 1, ma nemmeno cinque dopo arriva il 3: Calhanoglu batte stretto un corner, Lautaro la spizza e Palomino è sfortunato a deviare la sfera nella propria porta.
L’Atalanta sembra però smarrita, troppi errori individuali, entrano anche Hojlund e Okoli per Zapata e Demiral (che non la prende bene). Per riaprire la partita serve un episodio, che arriva al 77’. Koopmeiners batte il corner dalla sinistra, Palomino in tuffo si avventa sulla sfera e di testa batte Onana. È il gol che ridà speranza ai bergamaschi, i quali però non riescono a costruire un forcing finale degno di tal nome. Dopo 6 minuti di recupero, la partita termina così 2 a 3.
Prestazione altalenante della Dea, che ha retto bene i primi 25 minuti, è calata per poi sparire ad inizio secondo tempo, concedendo ancora una volta troppo spazio dietro: la solidità difensiva di inizio stagione sembra dimenticata. Arriva a proposito la pausa per i Mondiali, 50 giorni senza Campionato che dovranno servire all’Atalanta per tirare le somme e darsi nuovi obiettivi in vista del 2023 e di un mercato di gennaio in cui più di nome sembra (giustamente) destinato a lasciare Bergamo.