Per tutto il 2020 ha fatto parlare di sé a causa del “muro della discordia”, una barriera in cemento armato posizionata a protezione della scala di sicurezza e aspramente criticata dai residenti per l'impatto a livello visivo in una contrada storica. E ora il progetto della Berghemhaus, che avrebbe dovuto prendere vita fra gli antichi edifici della contrada di Arnosto a Fuipiano Valle Imagna, “non s'ha da fare”: lo stop è stato deliberato dall'Amministrazione comunale corrente, guidata dal sindaco Luigi Elena, alla luce di alcune mancanze ed errori individuati dalla Giunta e dallo studio legale Dlm, incaricato per le verifiche.
Il progetto di Berghemhaus, ideato dal Centro Studi Valle Imagna, ha come obiettivo quello di rilancio e valorizzazione dell'intera contrada storica. Centro di accoglienza turistica, ma al tempo stesso ristorante, museo, albergo e spazio per attività. Fulcro principale il recupero e la valorizzazione degli oggetti di lavoro contadino che negli anni gli “Amici di Arnosto” hanno raccolto e classificato con cura, esponendoli presso il Museo Etnografico nei locali del Comune.
Dopo i primi segnali di malcontento emersi dall'inizio e fino al completamento del primo lotto dei lavori, il prossimo step avrebbe dovuto riguardare il secondo lotto dei lavori, finanziato per 700 mila euro da Fondazione Cariplo per conto del Centro Studi Valle Imagna. Ma del bando non vi è traccia, “nessuna procedura aperta, nemmeno negoziata, per l'affidamento della realizzazione del progetto al Centro Studi Valle Imagna”, come si legge nel documento deliberato dalla nuova Amministrazione.
Altro punto dolente risulterebbe essere il “conflitto d'interesse dell'ex sindaco”, Valentina Zuccala. A prova di ciò, il documento sottolinea come l'ex primo cittadino nel 2018, in fase di accordi, fosse (ed è attualmente) membro del Consiglio direttivo del Centro Studi Valle Imagna. “Alla seduta – si legge – hanno preso parte il Sindaco Zuccala Valentina e l'assessore Rota Sonia (…) Al termine della seduta, con voti unanimi, è stato approvato il secondo lotto del progetto e lo schema di accordo tra il Comune, la Comunità Montana Valle Imagna e il Centro Studi Vale Imagna”. Essendo l'ex sindaco, sottolinea il documento, membro del Direttivo, si sarebbe dovuto allontanare e non partecipare alla votazione, o astenersi.
In più, a mancare sarebbero anche le firme della Comunità Montana Valle Imagna e del Centro Studi Valle Imagna per sottoscrivere definitivamente l'accordo, “da ritenersi nullo fino a che mancherà la sottoscrizione delle altre parti contraenti”. Nessuna traccia anche della compartecipazione comunale di 85 mila euro, che non risulterebbe essere presente nel Dup, il Documento unico di programmazione e la cui mancanza non obbligherebbe il Comune a “provvedere al reperimento delle risorse per dare corso al progetto”. In poche parole: i documenti mancanti, uniti ad un ipotetico conflitto d'interessi dell'ex sindaco Zuccala, hanno bloccato di fatto tutto il progetto per Arnosto, annullando sia l'affidamento per la sua realizzazione che il finanziamento comunale.
Né il primo cittadino Elena, né l'ex sindaco Zuccala – ora fra i Consiglieri di opposizione – hanno voluto rilasciare un commento. A commentare la vicenda è Rodolfo Invernizzi, insegnante di storia dell'arte ora in pensione e portavoce della protesta social che ha coinvolto il celebre muro di cemento armato. “Questa vicenda è incredibile – ha spiegato, intervistato dal Corriere – A luglio mi è stata recapitata anche una diffida da parte dell’ex sindaco Zuccala, proprio per quanto avevo scritto in un post su Facebook. La situazione sta assumendo degli sviluppi inimmaginabili, il mio intervento è sempre stato per l’abbattimento del muro in cemento armato, per la tutela della bellezza e del paesaggio della contrada”.