A distanza di un anno da quel romantico e sorprendente Esteban, i Gotto Esplosivo sono tornati. La band tutta brembana riparte con un nuovo singolo e relativo videoclip (che promette una regia internazionale): Antonio Capuzzo, Manuel Scolari e Nicola Milesi rilasceranno a breve una nuova canzone, la prima del Lato B dell’albulm “Lo scemo del villaggio” in uscita il 29 aprile.
“Il titolo del singolo è “Il suono del mondo” ed esce venerdì 25 febbraio con un videoclip, mentre tutto l’album è in uscita il 29 aprile – spiega Antonio Capuzzo, voce e fisarmonica del complesso – . Questo modo di procedere è più in linea con le attuali dinamiche editoriali, in questo mondo della musica sempre più frenetico serve essere presenti più volte e con frequenza maggiore: conta più della quantità delle canzoni. Il disco da 10 lo facciamo noi, ma oggi si lavora tanto a singoli e con produzioni da 3 o 5 canzoni”. Dopo le prima cinque canzoni de “Lo scemo del Villagio”, pubblicate l’anno scorso, la band brembana non si è fermata, “Noi abbiamo deciso di tenere viva la fiamma, così ci siamo rimessi a scrivere in lockdown perché non c’erano alternative e noi cui guardavamo dentro sempre, trovando ogni volta qualcosa da scrivere. Abbiamo fatto di necessità virtù”.
Il momento storico, nelle parole del cantante, riveste un ruolo cruciale. “Tutto il lato B dell’album è stato scritto in lockdown, ci mandavamo le diverse parti tra tutti, batteria, fisarmonica e chitarra, era come fare un gioco di ruolo in cui girava una bozza che cresceva e si strutturava. Alla fine, siamo resi conto che stavamo andando a scrivere un altro lato del disco”. La distanza si è rivelata un fattore positivo, ma non è sempre così. “Per le band purtroppo è stato il momento della verità, se stavi vacillando o rompevi o tornavi più forte di prima: senza concerti e prospettive tanti hanno ceduto, è stato il momento di capire cosa vuoi fare davvero. Le prospettive non erano ideali, se volevi andare avanti lo facevi, altrimenti era meglio fare altro e lasciare la musica. Noi ci siamo trovati rinvigoriti, con pezzi a cui abbiamo dedicato molto, io ho passato il lockdown a suonare la fisarmonica e ci ha aiutati tantissimo”.
Un contesto che lascia segni ne “Il suono del mondo”. “Eravamo durante il lockdown, guardavo il paese dall’alto (San Giovanni Bianco ndr), era aprile al tramonto e stavo di fuori, guardando il paesaggio sono tornato indietro nel tempo, a quando potevo stare all’aria aperta con i miei amici: ne è nato un vortice di cose passate, di visioni oniriche, un attimo di viaggio in cui sono passato da quando ero bambino a cosa ho fatto il giorno prima. In tutto ciò c’era il paese, immobile e silenzioso: mi sono chiesto come riassumere tutto questo, la vita che crea echi che hai già vissuto e vivrai ancora”. Un’esperienza più facilmente condensabile in musica che in parole. “Il suono del mondo è il solo che conosco, è quello che vedo, che mi ricordo, e il sogno del mondo, poter vivere ancora tutto quanto, nonostante i dubbi enormi di allora, io non volevo nient’altro se non rivivere quello da cui provengo. Era un momento in cui le libertà non erano scontate, il sogno di continuare a vivere, vedere ancora le feste di paese, la voglia di mondo semplice di cui ti accorgi solo quando manca: l’eco che ti dà un momento particolare esce in quei momenti. È l’eco della vita in ognuno, il sogno del mondo è l’eco della speranza”.
Un concetto difficile da tradurre in immagini. L’arduo compito spetta ancora a Mike Rivkees, regista statunitense e frontman della band australiana Rumjacks. Un punto di vista totalmente diverso rispetto a quello dei Gotto, ma il mix è vincente. “Il registra ha molto reinterpretato il concetto, c’è un focus proprio sul suono del mondo, ha provato a far respirare un video fuori dalla nostra realtà provinciale. Gli ho mandato la traduzione del pezzo e lui ha percepito la parte riguardo al pianeta, fa vedere il respiro primordiale della Terra stessa. Secondo me è un’interpretazione molto attuale, in un mondo con questioni ambientali così vaste, vedere un clip del genere ci ha convinti. Val Brembana-Boston è un’asse molto improbabile, ma funziona”.
Dopo il 25 febbraio, le novità non finiscono. “Il 15 aprile esce “Definisci”, un altro focus sul concetto di libertà: tutti temi sui quali ci siamo soffermati tanto negli anni. Attraverso i Gotto Esplosivo cerchiamo di parlare di cose oneste, magari demodé, ma noi siamo anacronistici. Ci piace raccontare quello che ci sta a cuore, non quello che va di moda”. L’appuntamento finale, invece, sarò tra tre mesi. “Il 13 maggio al Druso di Ranica faremo il release party, rilasciamo l’album completo e non vediamo l’ora”.