La Questura di Bergamo ha deciso di bloccare, per almeno due settimane, il rimpatrio dei 57 orfani ucraini tra i 6 e i 16 anni ospiti a Rota d’Imagna, Bedulita e Pontida dal marzo 2022 (quando sono scappati dalla guerra che ancora oggi imperversa nel loro Paese).
Dopo la richiesta di rimpatrio immediato da parte del Governo ucraino – tramite il consolato in Italia e firmato dalla presidente del Tribunale di Brescia – si sono “messe di traverso” numerose agenzie internazionali per la protezione dei minori, come Unhcr e Unicef, oltre ai tutori degli orfani e alcune famiglie valdimagnine (che hanno attivato una raccolta firme).
La formalizzazione di una richiesta di protezione internazionale avrebbe quindi bloccato il trasferimento degli orfani, che per ora restano quindi nelle strutture di accoglienza di Pontida e Valle Imagna.
Gli orfani avrebbero dovuto tornare in patria il 16 agosto, ma le autorità italiane hanno per ora congelato il trasferimento. Tra l’altro, alcuni di loro si trovano negli ospedali di Bergamo per alcune cure. La priorità, per le autorità italiane, è l’interesse e i benessere dei bambini.
“Il rimpatrio dei minori orfani ci preoccupa per i possibili bisogni e soprattutto per i rischi di protezione internazionale del gruppo che verrà rimandato in un Paese invaso e in guerra – ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia -. La nostra posizione è condivisa con i tribunali per minori italiani”.