Due straordinarie “macchine” devozionali vengono esposte nell’antico Palazzo Episcopale di Bergamo dal 19 ottobre al 17 novembre, dove fervono i lavori per il nuovo Museo Diocesano: il polittico di Cusio del bergamasco Antonio Boselli, oggetto di un integrale intervento di restauro e la pala di Mezzoldo, dipinta da Lattanzio da Rimini nel 1505, di cui viene presentato il recupero della cimasa in attesa della prosecuzione dei lavori sulla tavola principale. Dal confronto tra le due opere con un terzo polittico proveniente dall’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella, nascono riflessioni che documentano il passaggio che avviene anche a Bergamo a fine Quattrocento dai complessi apparati lignei strutturati in una sequenza di figure, alla tavola unica che contiene in una sola scena tutti i personaggi, posti in reciproca relazione.
La mostra è promossa da Fondazione Adriano Bernareggi e da Le Terre dei Baschenis / arte e storia nelle antiche valli Averara Olmo e Stabina con il patrocinio dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Bergamo, della Provincia di Bergamo e della Comunità Montana Valle Brembana e con il contributo di Regione Lombardia. Il restauro delle opere è stato finanziato dagli undici comuni di Alto Brembo (Averara, Cassiglio, Cusio, Mezzoldo, Olmo al Brembo, Ornica, Piazzatorre, Piazzolo, Santa Brigida, Valtorta, Piazza Brembana) e dal Club Orobico Auto e Moto d’epoca.
LA MOSTRA NEL DETTAGLIO – Due stupefacenti “macchine” artistiche, provenienti da Comunità Parrocchiali brembane, vengono accolte nell’antico Palazzo Episcopale di Bergamo, dove fervono i lavori per la realizzazione del nuovo Museo Diocesano. Provenienti dalle lontane comunità dell’Alta Valle Brembana di Cusio e di Mezzoldo, nell’area dove si sviluppa da tempo la bella esperienza del progetto “Le Terre dei Baschenis”, queste due opere vengono narrate nel contesto della prestigiosa cornice diocesana, proseguendo così il percorso di valorizzazione dei restauri promossi sul territorio che continuerà anche nel nuovo Museo.
Se il polittico di Cusio è stato oggetto di un integrale intervento di restauro, che ha riguardato la struttura lignea, le tavole dipinte, la cimasa e la scultura centrale, per la pala di Mezzoldo viene presentato il restauro della cimasa. Recentemente i comuni promotori hanno deliberato il finanziamento del restauro della tavola principale in seguito al rilievo delle problematiche conservative emerse durante i sopralluoghi relativi alla cimasa. I restauri si situano tra i risultati di un percorso di valorizzazione del patrimonio artistico dell’Alta Valle Brembana che si articola in attività diverse: dal recupero di casi emblematici come questi fino all’individuazione di percorsi di visita dei cicli affrescati e delle testimonianze peculiari e più popolari che contribuiscono al contesto storico locale.
Felice ed indispensabile allo svolgimento del progetto territoriale è da sempre, per i comuni promotori dell’Alto Brembo, il sostegno del Bacino Imbrifero Montano, della Comunità Montana Valle Brembana e della Provincia di Bergamo. A questi, nei casi specifici di Cusio e Mezzoldo, si aggiungono rispettivamente i contributi del Club Orobico Auto e Moto d’Epoca e di un privato. Protagoniste della mostra sono l’opera proveniente da Cusio, di Antonio Boselli (San Giovanni Bianco,1465 circa – ante 1532), del 1517 circa e quelle di Lattanzio da Rimini (Rimini, … – Rimini, dopo il 1524), del 1505, della comunità di Mezzoldo. Esse dimostrano il peculiare aggiornamento artistico cinquecentesco e la sincera devozione di queste comunità di montagna. A pochi chilometri di distanza da Mezzoldo e da altre eccellenti presenze sul territorio brembano, i parrocchiani di Cusio si rivolgono ad un artista di educazione pienamente lombarda, ben inserito nelle relazioni culturali contemporanee nei travagliati decenni che vedono la terra di Bergamo essere ormai parte della Repubblica Veneziana. È invece nella nuova capitale lagunare, dove diversi migranti valligiani vanno costruendosi una nuova posizione sociale ed economica, che gli abitanti di Mezzoldo si rivolgono ad un validissimo allievo di Giovanni Bellini, Lattanzio da Rimini, per commissionargli un dipinto di straordinaria modernità.
Dal dialogo tra questi due mondi nascono riflessioni che riguardano l’evoluzione delle numerose immagini dei polittici verso una narrazione figurativa unitaria. Scultura e intaglio sono parte di queste riflessioni, nelle quali entra di diritto anche la lavorazione toscana di due interessanti formelle: una sulla cimasa del polittico di Cusio e la seconda in uno straordinario altarolo del Monastero di San Benedetto in Bergamo che per qualche tempo sarà poi anche ammirabile nel nuovo Museo diocesano. Nel Salone Papa Giovanni XXIII, infine, un’altra eccellenza accoglie queste presenze temporanee: un polittico, che questa volta parla il linguaggio della famiglia Marinoni di Comenduno, già proveniente dall’abbazia di Fontanella di Sotto il Monte, finora custodito nel palazzo della Curia e ora destinato alle sale del nuovo Museo.
In conclusione, la mostra rappresenta un’irripetibile, quanto straordinaria, occasione di confronto, per comprendere una felicissima stagione artistica nella storia della Chiesa di Bergamo tramite l’esposizione al pubblico di opere che per secoli hanno impreziosito e continueranno ad impreziosire il territorio diocesano.
Sarà possibile visitare gratuitamente la mostra fino al 17 novembre, ogni giovedì, venerdì, sabato e domenica prenotando l’orario di accesso (ore 15, ore 16 e ore 17) su Eventbrite. Le visite, a piccoli gruppi, saranno condotte dai giovani de Le Vie del Sacro, il progetto di valorizzazione del patrimonio artistico diocesano, nato nel 2023 in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. Tutte le informazioni su accesso e prenotazione sono consultabili su www.fondazionebernareggi.it.
DESTINAZIONE MUSEO – Eccellenti in Val Brembana è il quinto episodio di Destinazione Museo, il progetto espositivo di avvicinamento al nuovo Museo Diocesano. Ogni tappa del progetto anticipa e svela alcuni particolari del futuro museo della Diocesi di Bergamo. Il progetto è stato avviato nel 2023, anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura con le mostre “Verso il Rinascimento” al Museo della Cattedrale, “Lorenzo Lotto: un originale e due copie” a Palazzo Bassi Rathgeb e “Artisti, amici e superstar” all’ex-oratorio di San Lupo. Nel 2024 è stata la volta di “Pace a voi” in Cattedrale, dove sono state presentate alcune opere di Giacomo Manzù. “Eccellenti in Val Brembana” è la quinta tappa di questo viaggio espositivo alla volta del nuovo Museo, che offre a tutti i visitatori non solo l’opportunità di scoprire i capolavori della collezione della Diocesi, ma anche – e questa è la novità di questa tappa – di iniziare a frequentare i nuovi spazi espositivi del Museo presso l’Aula Picta, l’antichissima domus del Vescovo in Piazza Duomo.
“Si tratta di una mostra in cantiere, poiché sorge a tutti gli effetti all’interno dei lavori per la realizzazione della nuova sede del Museo Adriano Bernareggi, che intende recuperare l’antica residenza episcopale di epoca medievale. Il cantiere è protagonista anche dell’allestimento espositivo, con i capolavori dipinti che trovano posto tra i montanti di un ponteggio. Ma i due polittici stessi provengono da una recente esperienza di cantiere: entrambi sono presentati per la prima volta dopo l’intervento di restauro, integrale nel caso dell’ancona di Cusio e limitato alla sola cimasa per la pala di Mezzoldo. L’obiettivo della mostra, dunque, non si riduce all’esposizione di una certa categoria di opere, ma intende mettere in luce il complesso ma fondamentale iter di restauro di cui sono state protagoniste”. Don Davide Rota Conti, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici delle Diocesi di Bergamo e Direttore del Museo Adriano Bernareggi.
“Il Bim, Consorzio Bacino Imbrifero Montano di Bergamo, condividendo le iniziative in ambito culturale che hanno dato prestigio negli ultimi anni alla Valle Brembana, ha voluto mettere a disposizione dei Comuni cifre significative. La decisione dei Sindaci, promotori de Le Terre dei Baschenis, di impegnare queste risorse per interventi di restauro “eccellenti”, testimonia la volontà di proseguire la tradizione dei nostri antenati che fecero realizzare per devozione le importanti opere di cui noi abbiamo potuto godere e che potremo così tramandare alle future generazioni”. Gino Quarteroni, assessore Consorzio BIM e sindaco di Ornica.