Il centro di accoglienza per richiedenti asilo di Botta di Sedrina chiuderà. Al termine della zona rossa lombarda, infatti, i 53 ospiti rimasti verranno trasferiti in accordo con la Prefettura nella struttura presente in via Gleno, a Bergamo, al cui interno si trovano già 130 persone.
Utilizzata un tempo come casa destinata ai ritiri spirituali, il Centro di Accoglienza Straordinario (Cas) è stato aperto nel 2014 all'interno della casa San Giuseppe di Botta di Sedrina su volere del vescovo di Bergamo, Francesco Beschi. Nel tempo il Centro ha accolto numerosi richiedenti asilo, arrivando a superare il tetto delle 150 persone.
Proprio l'elevato numero di ospiti, considerato sproporzionato rispetto alla popolazione residente (800 gli abitanti della frazione di Botta e 2.400 in tutto il Comune) ha aperto una frattura all'interno del paese, dando origine ad una convivenza non sempre pacifica. Così fra luglio e agosto 2020 la sezione locale della Lega ha aperto una petizione per chiudere la struttura, raccogliendo più di 700 firme consegnate poi al Prefetto di Bergamo.
Allo stesso tempo, la senatrice Alessandra Gallone di Forza Italia ha presentato a luglio un'interrogazione al ministro degli Interni riguardo la situazione numerica dei richiedenti asilo – allora 90 – chiedendone la riduzione. La risposta è arrivata il 20 gennaio: al suo interno si sottolinea che la progressiva riduzione, da un centinaio fino alla sessantina attuale, è il risultato delle “costanti interlocuzioni tra Prefettura e Amministrazione comunale”, mentre le verifiche svolte dalla Prefettura non avrebbero mai rilevato delle criticità.
“In riferimento alla risposta del Ministero all'interrogazione della senatrice Gallone, che ringrazio – ha spiegato Stefano Micheli, sindaco di Sedrina, intervistato da L'Eco di Bergamo – prendiamo atto di quanto indicato sulla riduzione del numero di richiedenti asilo. Dopo più di 6 anni e mezzo e dopo aver toccato quote superiori a 160 persone, negli ultimi mesi vi è stata una sensibile riduzione del numero degli ospiti al “Cas” a Botta, grazie al confronto e alla collaborazione di Prefettura e Caritas diocesana e in modo particolare grazie all'attenzione del prefetto, del direttore della Caritas diocesana con cui c'è una costante interlocuzione”.