Il mercato di Piazza dentro il Don Palla: terapia non farmacologica per i malati di Alzheimer

La nuova terapia per aiutare i malati di Alzheimer presso il centro Don Stefano Palla.
13 Gennaio 2020

Il mercato come forma di terapia per i malati di Alzheimer: è questo il progetto portato avanti presso il centro “Don Stefano Palla” di Piazza Brembana. L’idea è quella di replicare, all’interno dell’ambiente del Don Palla, un ambiente simile a quello del mercato che si tiene ogni venerdì nel paese brembano. L’iniziativa, nata quindi dalla tradizione locale, è portata avanti da diversi mesi, con ottimi risultati.

Negli stand, allestiti sul percorso che porta al Giardino sensoriale all’interno della struttura, sono esposti articoli di bigiotteria, alimenti e capi d’abbigliamento. I pazienti, accompagnati dai familiari o dagli operatori, acquistano ciò che vogliono tramite una moneta fittizia, spesa però con la stessa cura che si riserva alla valuta vera. In concomitanza con il mercato del venerdì viene aperto anche il “Bar dei Gogis”, presso il quale gli ospiti possono sostare e riposarsi, godendosi un cappuccino o una brioche.

 

Si tratta di un’operazione che porta a veri effetti benefici, come spiega Walter Vanini, direttore sanitario della struttura, a L’Eco di Bergamo: “La frequentazione del mercato da parte degli ospiti affetti da demenza da Alzheimer diventa una vera e propria terapia non farmacologica. L’obiettivo è il benessere dei pazienti, che viene raggiunto attraverso una serie di elementi che questa esperienza porta con sé. Stimola i processi attentivi, mnesici ed emotivi nella preparazione, nella scelta delle cose da comprare e nell’uso del denaro, migliora l’autostima delle persone, che si sentono protagoniste di un’attività gradita, riduce i disturbi del comportamento come l’ansia o l’apatia, stimola l’attività motoria nel percorso per raggiungere il mercato e apre al dialogo”.

Una medicina a tutti gli effetti, dunque, per i pazienti della struttura, stimolati da un progetto “nato grazie alla collaborazione e alla generosità di tante persone” sottolinea il presidente della fondazione Michele Jagulli “dai volontari e dagli operatori sanitari agli operatori della cooperativa Kcs”.

 

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