Infermiere, atleta e ora anche scrittore: Baitelli racconta il buio del Covid con 182 poesie

Alla Cornabusa la presentazione del libro “23 La linea rossa”  scritto dall'infermiere Raffaello Baitelli, 55 anni.
7 Luglio 2023

Giovedì 6 luglio, presso il Santuario della Cornabusa a Sant’Omobono Terme, ha avuto luogo, in seguito alla Santa Messa, la presentazione del libro “23 La linea rossa”  scritto dall’infermiere Raffaello Baitelli, 55 anni (nella foto copertina, il primo da sinistra). Già conosciuto per le sue imprese nell’atletica leggera (la sua ultima impresa lo scorso a marzo: argento nel Pentathlon ai Campionati Italiani Master Indoor di Ancona), ora il nostro infermiere si butta anche nella letteratura. E lo fa, anche questa volta, con personalità e coraggio.

Si tratta di una raccolta di 182 pensieri in versi, poesie, veri e propri “pezzi di vita”, capaci di raccontare la prima ondata pandemica attraverso lo sguardo di chi ha vissuto questa difficile esperienza in prima linea: medici, infermieri, operatori socio-sanitari e soccorritori 118. Alla presentazione erano inoltre presenti Maria Beatrice Stasi, direttrice generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, l’infermiera Laura Samotti – moderatrice dell’evento – e l’editore Damiano Frosio.

Questa significativa traccia scritta rientra, a pieno titolo, nel filone della medicina narrativa, ovvero in quella branca dello scrivere, atta a smuovere l’animo attraverso storie di malattia. In particolar modo, come spiega l’infermiere Baitelli “questa raccolta di pensieri è nata in risposta alla negatività accumulata durante il doloroso periodo pandemico relativo ai mesi di febbraio e marzo 2020”.

Il titolo “23 La linea rossa” richiama due particolari fondamentali appartenenti a questa battaglia per la vita; 23 era il numero massimo di CPAP per terapie ventilatorie attivabili contemporaneamente, mentre la linea rossa riecheggia quella fisicamente tracciata sul corridoio ospedaliero, che divideva quest’ultimo in due parti: la parte “pulita” e quella più a contatto con la sofferenza. L’infermiere – che ora lavora presso la Casa di Comunità a Sant’Omobono Terme – ha vissuto e porta ancora nell’anima i 48 letti del reparto in cui lavorava; ha però anche espresso come la sua professione sanitaria sia, per sua natura intrinseca, da sempre forgiata “nel pianto e nella disperazione / nel sorriso e nella gioia” (Infermiere, poesia 123).

“L’obiettivo di questa testimonianza “cruda ma diretta” era precisamente quello di nutrire la memoria, al fine di non lasciare sbiadire il ricordo di chi ha perso la vita per via della pandemia, unitamente all’impegno professionale e volontario di chi ha cercato di combattere questa fatalità. In questa lotta, formazione e flessibilità sono state fondamentali” esprime la Stasi, direttrice dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, la quale ha dovuto reinventarsi per rispondere all’inattesa emergenza sanitaria.

Ecco che il libro di Raffaello Baitelli descrive con efficacia poetica quei giorni dolorosi, ma nutriti di umanità e speranza, comunicando ora una memoria preziosa. L’infermiere Baitelli ha, di fatto, trovato sfogo a questa esperienza di vita vissuta nella scrittura di queste poesie: un’attività catartica capace di entrare in contatto profondo con le sue emozioni più intime e dolorose. In tal senso, la direttrice ospedaliera Stasi ha inoltre affermato, nella Prefazione del libro, che “l’arte ha spesso rappresentato per l’uomo un percorso interiore capace di trasformare un dramma personale e collettivo in un’esperienza di rinascita”.

D4S 2584 - La Voce delle Valli
Un momento della presentazione sulla terrazza panoramica della Casa del Pellegrino.

Foto: Foto Frosio Valle Imagna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime Notizie

X
X
linkcross