Una vita dedicata alla “sua” Moio, con lo spirito forte di chi ha saputo affrontare con coraggio e orgoglio tutti gli inevitabili alti e bassi che un paesino di montagna porta con sé. Moio de' Calvi piange la scomparsa di Davide Calvi, per 38 anni sindaco e guida per un'intera comunità, a cui era profondamente legato. “Un moiese convinto”, così si era definito più volte, capace di provare un amore smisurato per quel paese che gli aveva dato i natali 82 anni fa, in località Curto.
La sua era una famiglia di agricoltori. È stato proprio il lavoro nei campi che gli ha permesso di costruire – fra non pochi sacrifici – un forte ed indissolubile legame con il territorio, che a sua volta gli ha insegnato a non tirarsi mai indietro, nemmeno di fronte alle avversità più dure. Tutto ciò si è riflesso nel suo grande impegno in vita, prima nei confronti dello studio, poi nei diversi lavori – dal boscaiolo al muratore – svolti con costanza in gioventù per assicurarsi la frequenza ai corsi serali, ed infine nel suo importante impegno politico, cominciato nel 1965 come consigliere comunale.
“Decisi di candidarmi come sindaco perché sono sempre stato radicato nell'animo del mio paese – aveva raccontato in un'intervista del 2019 – Credo nella nostra gente, credo che in questo momento chi ci abita ci viva volentieri e quindi è giusto dare loro dei servizi”. È con questo spirito di profonda passione che ha guidato Moio de' Calvi dal 1976 fino al 2014, con una pausa dal 2004 al 2009 in carica di vicesindaco: 38 lunghi anni durante i quali si sono susseguite diverse “battaglie” portate avanti per il suo paese, dalla lotta per mantenere l'Ufficio Postale aperto fino all'iconica “Battaglia per la cabina”, che nel 2010 ha visto Moio de' Calvi protagonista di articoli e servizi televisivi a livello nazionale, salvando così l'unica cabina telefonica rimasta.
Uno sguardo colmo di attenzione per il prossimo, ma soprattutto lungimiranza nei confronti del futuro, il suo, che gli è valso negli anni '80 il primo livello di onorificenza come Cavaliere di Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2014 Calvi era in pensione dopo essere stato presidente fino al 2018 dell'Associazione Frutticoltori Agricoltori Valle Brembana, fondata da lui stesso nel 1993 con lo scopo di valorizzare e tutelare l'agricoltura ed i prodotti locali, in particolar modo la Mela della Valle Brembana.
Calvi lascia nel dolore la moglie Gabriella, il figlio Roberto, la nuora Simona e l'amato nipotino Filippo, oltre all'intera comunità di Moio de' Calvi che l'ha profondamente amato e rispettato e che nel giorno dei suoi funerali – sabato 24 luglio – gli tributerà il lutto cittadino.
“Moio è la mia casa – aveva raccontato durante una delle sue ultime interviste –, è stato la mia vita e nonostante gli alti e bassi io sono comunque un moiese convinto”. Insieme a Calvi se ne va un pezzo di storia di Moio. Ma la sua memoria – questo è certo – resterà per sempre.