La ex cava di Strozza rinasce grazie ai Luoghi del Cuore. Dopo un lungo e travagliato passato, con il rischio concreto di divenire una discarica, l'area è entrata a far parte del concorso lanciato dal FAI, il Fondo Ambiente Italiano: si tratta di un ulteriore tassello per la sua salvaguardia, dopo che la Provincia di Bergamo ha deciso di tramutarla da “area produttiva” ad “area agricola” nei suoi PTCP, i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale.
“La raccolta firme per far diventare luogo di cuore del FAI l’area dell’ex cava di Strozza è assolutamente meritevole perché avvalorerebbe l’ambito naturale in cui è inserita e consolida una soluzione di ripristino ambientale tanto auspicato da tutta la popolazione della Valle Imagna – dichiara Demis Todeschini, consigliere provinciale da sempre in prima linea a difesa dell'area – L’appello a tutti i bergamaschi per sostenere la raccolta fondi perché il nostro ambiente è la nostra casa e questa è una iniziativa per tutelarlo”.
L'ex cava di Strozza è stata difatti protagonista, nel corso degli anni, di un'inchiesta: l'intera area doveva essere oggetto di un recupero ambientale, dopo 70 anni di escavazioni, ma la bonifica – nei fatti – non c'è mai stata. Anzi, vi furono scaricati rifiuti speciali per un totale di oltre 100 mila metri cubi di materiale di scarto provenienti dall'esterni. Sei amministratori della ditta proprietaria, di conseguenza, finirono sotto indagine.
Lo scorso aprile, in seguito all'osservazione della Comunità Montana Valle Imagna datata al dicembre 2019 e supportata dalla lettera del consigliere provinciale Demis Todeschini, la Provincia ha deciso di togliere l'ex cava nella “zona grigia” della rappresentazione cartografica (e quindi destinabile a zona produttiva) dei propri PTCP per inserirla invece nella zona agricola. Il Comune di Strozza, invece, ha già riclassificato da tempo la zona ad area di destinazione verde, con il fine di contrastare il progetto di insediamento di una discarica in Valle Imagna. Un pericolo, però, non ancora scongiurato.
“In questi giorni sono stato molto in contatto con il presidente della CMVI e gli amministratori e tecnici dei comuni di Strozza, Almenno San Salvatore e San Bartolomeo per formulare le osservazioni al PTCP per inserire l’area come agricola strategica e nella rete ecologica provinciale – continua Todeschini – nella fase delle osservazioni già è stato recepito tecnicamente la riformulazione dell’area dell’ex. Cava da produttiva ad agricola ora si vuole fare un passo ancora più avanti sul quale sarà il consiglio provinciale che potrà pronunciarsi”.
A supportare le parole di Todeschini c'è anche Antonio Galizzi, geologo incaricato dal Comune di Strozza. “L'ex cava è stata inserita tramite PTCP nelle aree agricole strategiche – ha sottolineato Galizzi, intervistato da Bergamonews – Come comitato “No alla discarica del Monte Castra” faremo però delle osservazioni a questa revisione perché, a nostro avviso, quell'area dovrebbe essere individuata come rete ecologica provinciale, visto che di soprassuolo agricolo non c'è nemmeno l'ombra. In più, l'area ha avuto una rinaturalizzazione e per noi ha più senso inquadrarla nella rete ecologica, data anche la vicinanza col torrente Imagna e la possibilità di utilizzarla come elemento di congiunzione col Parco dei Colli”.
Il Piano di Settore della rete ecologica della provincia, infatti, si pone come obiettivo quello della realizzazione di un sistema integrato di conservazione e valorizzazione di risorse sia naturali che culturali, a partire dalla biodiversità fino alla tutela delle aree naturali. Porre la zona della ex cava nell'ambito della Rete dunque potrebbe essere vantaggioso poiché porrebbe un vincolo di destinazione più forte rispetto a quello ora dichiarato dalla provincia, ovvero zona agricola strategica. E scongiurerebbe il pericolo di insediamento di una discarica.
“La definizione di area agricola strategica – ha concluso il geologo – domanda molto ai Comuni le decisioni. Quindi rimarrebbe il rischio che, in futuro, un'Amministrazione con visioni differenti possa forzando la mano riconvertirla nuovamente ad area grigia, rispolverando il progetto discarica. Oltretutto allo stato attuale un'analisi sul materiale che vi era stato depositato ha individuato un superamento dei limiti di inquinamento stabiliti per un'area agricola. Noi crediamo che sia, invece, un prezioso corridoio ecologico, da tutelare e proteggere”.
La ex cava è un sito ormai dismesso, ma importantissimo dal punto di vista della nidificazione per l'avio-fauna di tutta la provincia di Bergamo, tanto da essere inclusa nei censimenti finalizzati alla realizzazione dell'Atlante degli uccelli nidificanti della bergamasca. Negli ultimi anni qui sono stati avvistate coppie territoriali di Gheppio, una specie rarissima e particolarmente protetta. L'area, inoltre, è considerata di importanza primaria per la salvaguardia ambientale dell'intero territorio della Valle Imagna e del suo bacino idrografico.