Due infarti alle spalle, e nonostante ciò scala il suo quinto Ottomila. Stiamo parlando di Valerio Annovazzi, ex muratore e camionista 64enne ora in pensione, originario di Valtorta e residente in Valsassina, nel Comune di Primaluna.
Annovazzi, lo scorso 3 luglio, è riuscito a salire sul Nanga Parbat, 8.126 metri nel massiccio montuoso del Kashmir, in Pakistan, nona vetta più alta del Mondo. Percorsa sul versante Diamir.
E – l’aspetto ancora più incredibile di questa storia – è che lo ha scalato senza ossigeno supplementare. “Credo di aver raggiunto il mio massimo. È una montagna veramente dura, immensa, tecnicamente difficile – spiega l’alpinista a Il Giorno -. La via Kinshofer è ripidissima. Migliaia di metri con ghiaccio verticale e cento metri di roccia pura”.
La passione per la montagna è fiorita un po’ tardi per Annovazzi, che ha cominciato a scalare a 50 anni, riuscendo nell’impresa di salire su ben 5 ottomila, il primo nel 2014: il Cho Oyu, il Manaslu, il Gasherbrum II, il Broad Peak e ora il Nanga Parbat.
Insomma, i brembani sono decisamente uomini dalla scorza dura, basti pensare ad Oprandi che è salito sul Monte Bianco e ha compiuto un Everesting con due protesi d’anca, Egidio Gherardi, “l’alpinista con le stampelle” capace di salire su vette oltre i 5 e 6 mila metri (qua la sua storia) oppure a Giorgio Scuri, che dopo una paralisi per via di una mielite traversa acuta torna a camminare come prima, raggiungendo persino la vetta del Cervino (qua la sua storia).
Valerio Annovazzi sul Nanga Parbat